Alle 9.00 ci siamo già lasciati lo skyline di Melbourne alle spalle, vedo nello specchietto il CBD (central business district) farsi sempre più piccolo e offuscato, ci aspetta un viaggio di circa due ore, tutto di austostrada.
Ballarat si trova a circa 100km a nord-est di Melbourne ed è la terza città più polposa dello stato (Victoria), è famosa per essere stata il centro di una rivolta popolare, l'unica avvenuta in Australia e che ha obbligato la regina Victoria all' introduzione della legge elettorale.
La ribellione fu generata dal malcontento dei cercatori d'oro, i quali erano sottoposti al pagamento di una licenza che nel corso degli anni era diventata troppo onerosa.
I ribelli si asserragliarono all'interno di una palizzata e si scontarono con le forze forze di polizia e l'esercito coloniale inlgese. Le cronache parlano di almeno 27 morti, quasi tutti ribelli, e dell' imprigionamento di numerosi minatori.
La rivolta arriva dopo un periodo di tempo nel quale la disobbedienza civile la fece da padrone.
Quando il governatore ordinò il controllo delle licenze con cadenza settimanale, la situazione iniziò a degenerare. La corruzione, all'interno dell' amninistrazione fece il resto; a seguito del pestaggio a sangue di una cercatrice d'oro da parte di tre persone vicine all'establishment governativo e che evitarono il processo.
Un folto gruppo di minatori si riunì in un hotel per discutere il modo di portare i tre davanti alla giustizia. L'incendio e la distruzione dell' hotel, innescato durante il meeting e l'incolpamento dei leader dei minatori, fu per certi versi l'innesco della rivolta.
A seguito di questo, i tre vennero imprigionati, ma per loro i cercatori d'oro iniziarono quella che è diventata famosa come l' EUREKA REBELLION.
L' assedio della palizzata durò poco più di mezzora, ma i numerosi minatori imprigionati a seguito dei fatti ebbero il sostegno da parte della popolazione di Melbourne, la capitale.
Questo obbligò di li a poco la regina ad introdurre una legge elettorale, riservata ai maschi bianchi ma che comunque è considerata la nascita della democrazia in Australia.
Altra cosa per cui Ballarat è famosa, il ritrovamento di una pepita d'oro del peso di 63 kg e del valore di circa 150000 dollari, la terza per grandezza tra quelle rinvenute in Australia.
Arrivati, ci mettiamo in cerca di Sovereign Hill, luogo dove il tempo si è fermato al XIX secolo.
Non serve molto tempo per trovarla, i segnali turistici ci guidano rapidamente al parcheggio che serve la vecchia miniera e il museo annesso.
Superata la porta di ingresso, si fa un passo in un periodo che non esiste più, ci danno il benvenuto due signore vestite in tutto punto, con abiti del XIX secolo. Un secolo che qui viene fatto rivire quotidianamente.
Ci si affaccia alla cresta di una collina, sotto di noi un paesaggio fatto di tende, macchinari per la triturazione della pietra e altre attrezzature volte a separare il prezioso metallo dalla terra, torri e capannoni, il tutto in un accozzaglia senza nessuna logica costruttiva
Si vedono persone con abiti d'epoca, una carrozza che fa il gito del paese e viene usata come oggi si usa un autobus cittadino.




Una baracca vende la soluzione per rendere lucide le pagliuzze. Mi cimento, da subito è chiaro che trovare l'oro è un lavoro duro e molto lungo, oltre che estrememente difficile. prende una vasca la riempio per metà di terra e acqua, inizio a farla roteare e filtrare...lavoro lungo...difficile le pagliuzze sono difficilmente riconoscibili se non per un occhio esperto, mi diletto per un pò...


Poco lontano una merceria, entriamo a curiosare, la proprietaria in abito da lavoro dell'epoca con cuffia e grembiule in uno sgargiante azzurro cielo...tra le varie mercanzie, si trovano borse del tipo usato allora, in pelle oppure di cotone grosso, barattoli di marmellata confezionati alla vecchia maniera. Una EUREKA FLAG è esposta in mezzo alle cianfrusaglie a
ricordare la rivolta dei minatori, avvenuta in tempi passati e usata come stendardo dai rivoltosi.
La chiesa è costruita poco lontano dal tempio induista, ma decisamente più vicina a quello che è il centro del paese , il posto di ritrovo degli abitanti, basta soffermarsi un attimo per immaginare il centro chiassoso di una cittadina dell'800.
Gente in abito ottocentesco, bombette e abiti neri si muovono
in mezzo a pantaloni corti e moderne infradito, ombrellini da sole mischiati a bandane e occhiali da sole....la carrozza si appresta a fermarsi per far salire dei passeggeri...ci mettiamo in fila, quando ci ricapita di salire su una carrozza!!!
l' attesa è piuttosto lunga, sono due le carrozze che si alternano una con panche e venti posti a sedere che viene usata nelle ore di punta l'altra più piccola con 4 posti, ma invece delle panche i sedili sono foderati di pelle e gli assi montati su balestre...in termini odierni, una mercedes e un autobus.
Tutto intorno, un paese d'altri tempi, con pub, ristoranti, posta...con l'orologio rigorosamente fermo a 200 anni fa.
Entriamo al teatro, piccolo ma sfarzoso, arredato con suppellettili di velluto rosso porpora, due rampe di scale per salire nei palchi della galleria, una lavagna informa gli avventori degli eventi previsti nella sala.
Ci fermiamo al bar per una birra, che ci viene servita in boccali di latta smaltata.
Assistiamo all' "arresto" da parte di un poliziotto in divisa d'altri tempi nei confronti di un ubriacone...andiamo al ristorante a mangiare qualcosa.
Siamo al completo...nell'attesa ci godiamo gli arredi e il personale di servizio...il poliziotto porta in mostra la sua "cattura"...una sceneggiata davvero divertente alla quale partecipa anche il corpulento proprietario, vestito in un frack che somiglia tantissimo a untendone da circo, con i suoi occhialini rotondi, alla Camillo Benso Conte di Cavour.


Il centro che forniva energia a queste è tutt'ora funzionante con due grosse caldaie, che pompano nel sottosuolo aria e acqua, oltre ad occuparsi di riportare in superficie il materiale scavato, a lato di una torre una collina di detriti alta 20 metri, sotto una biella lunga 6 metri trasferisce il moto al pozzo.
La parte retrostante è un intrigo di tubi, pistoni e macchine atte all'utilizzo dell'energia prodotta dalle caldaie.

Scendiamo nella prima delle due miniere, la cesta per scendere è visibile ma non utilizzabile, una rampa di scale cigolante ripida è quella che usiamo...
Le gallerie sono anguste, la volta è tenuta da assi di legno incastrati e rinforzati agli angoli, solo qualche piccola luce illumina l'ambiente...fa caldo, l' ambiente è umido e puzza di chiuso...un altra rampa di scale sembra più ripida della prima, più buia ancora pochi passi e arriviamo alla "camera" nella quale 200 anni fa è stata scavata una delle più grosse pepite al mondo...la rappresentazione olografica della scoperta...ricostruita con dovizia di particolari, peccato che non sia possibile ne fotografare e riprendere...continuiamo il percorso e in una teca ricavata nella parete la pepita, in parte intarsiata nella roccia...è grande...molto grande, si può solo immaginare la sorpresa dei due minatori, che scavavano in questa galleria che ormai da tempo era stata abbandonata dagli altri....a volte essere "bastian contrari paga"...in questo caso molto...ancora due gallerie curvate, ancora meno illuminate...ci si sente oppressi...lavorare qua dentro per molte ore al giorno doveva essere piuttosto drammatico...ma è anche vero che non sono proprio in pochi ad essersi arricchiti...ma come spesso succede, come hai nostri due, diventare ricchi senza mai esserlo stati, porta a ritrovarsi poveri come e più di prima...
Siamo alla fine del giro, una serie di rampe di scale ci riporta pian piano alla superficie...l'aria diventa pian piano più respirabile e la sensazione di oppressione svanisce....la luce del sole ci colpisce vigorosamente....e il caldo umido della caverna diventa quasi un bel ricordo....
Poco lontano un secondo percorso sotterraneo ci attende, all'ingresso un allegro "minatore" ci attende per poi accompagnarci al "bruco" che ci porterà sottoterra...non saprei come descrivere meglio il vagone con una trentina di posti a sedere che inclinato di 45° scende nelle cavità sotterranee...la discesa negli inferi dura 3 minuti nel buoi totale, il disorientamento è totale, non si capisce se si è in movimento oppure fermi...nel silenzio totale qualche lamento...dopo quello che sembra un momento eterno una caverna poco illuminata si apre alla nostra destra...le nostre guide ci danno il benvenuto e ci raggruppano, una starà in testa l'altra in coda...inizia una nuova passeggiata in un percorso tortuoso e umido....l'odore di muffa e di chiuso la fanno da padrone...qualcuno lascia perdere e poco dopo si fa accompagnare in superficie. Come in precedenza la galleria è sostenuta da architravi di legno incastrati su montanti dello stesso materiale, la luce è pressochè assente la stessa sensazione di oppressione ci attanaglia come e più di prima..

Il tutto si conclude davanti ale porte degli ascensori untempo usati per far salire e scendere minatori e carrelli, anche tutt'oggi funzionanti non vengono usati per gli ospiti, ma solo per gli operatori...le nostre guide ci salutano accompagnandoci alla cavità dove il "bruco" ci attende per riportarci in superficie.
Decisamente il lavoro dei diggers (scavatori) in quel peiodo storico era decisamente duro, oltre che molto rischioso, succedeva di bucare una falda acquifera che in pochi minuti allagava tutte le gallerie a quel livello, uccidendo quanti si trovavano li stessa cosa valeva per sacche di gas...spesso mortale...
Nella parte retrostante del capannone una serie di macchine lavorano per poter rendere accessibile la miniera che poco fa abbiamo visitato, tutte di un altro periodo storico, qui tutto funziona come 200 anni fa...
Ormai il nostro giro si avvicina alla fine, visitiamo i capannoni degli artigiani, un fabbro costruisce pentole e piatti partendo da un disco di lamiera, utilizzando un tornio e un utensile che muove con le mani..Sopra la nostra testa una "glungla" di cinghie e pulegge che attraversano i capannoni portando la forza motrice dove ce ne è la necessità.
Nel capannone accanto si fabbricano i ricambi necessari alle carrozze, ruote da finire assieme a balestre, l'odore di olio si mischia a quello del legno.


Tutte in ottima conservazione e parcheggiate davanti o dentro il locale dove l'attività veniva svolta.
Avvicinandoci all'uscita vediamo i recinti per animali, pecore per la maggior parte, qualche alpaca.


Nella guida per i turisti viene mensionato un castello, per quanto siamo abbastanza scettici, i castelli sono un prodotto europeo e di tempi decisamente più lontani di quelli vissuti qui in Australia, decidiamo di andarlo a visitare, non è ancora tardissimo, per cui ce la dovremmo fare...
Pochi chilometri in direzione est e sulla collina alla nostra destra si erge la maestosa struttura...si vede che una costruzione piuttosto recente ad usi solamente turistici...
Ci mischiamo alla folla di bambini, l'ingresso è contornato da armature medievali e da quelle che rappresentano i troni dei regnanti....il percorso ci introduce nella favola che vedremo rappresentata una volta dentro le mura. Una favola che passa per draghi, principesse, tavole rotonde, magie, e spade nella roccia...
L'interno è quello che più somilgia ad un teatro all'aria aperta, un grande piazzale per i tornei a cavallo, circondato da rivendite di vario genere.
Seguiamo la rappresentazione della favola, costruita apposta per far visitare tutta la struttura, che comprende un albergo.
Tutto molto bello e finto, chiaro che per i bimbi Australiani è qualcosa di stupendo, per noi europei, l'impressione è proprio di qualcosa di finto.
Alla fine abbiamo dedicato meno tempo di quello che prevedevamo. Prima di ripartire abbiamo ancora qualche ora, la dedichiamo alla visita del parco cittadino.
Ballarat è costruita intorno al lago Wendouree, una strada gli gira attorno e la parte ovest, la parte più lontana rispetto al centro cittadino è adibita a parco.
All'interno si trova un giardino botanico, oltre alla vecchia stazione dei tram. L'ultimo pezzo, quello più lontano dal lago si trova la sede del locale golf club.
Dopo aver parcheggiato, ci fermiamo ad un bar, più per vedere la cartina del parco e del lago che non per qualche consumazione.
Capito dove siamo, ci facciamo un piano per una visita.


Il viale è di terra rossa compatta, largo abbastanza da farci circolare le auto, ma ovviamente la zona è vietata a queste.
Arriviamo alla serra, costruita di vetro e acciaio, dall'architettura moderna, purtroppo è troppo tardi per visitarla, dall'esterno si vedono una moltitudine di piante, la serra è climatizzata, l'impianto non è proprio quello che si definirebbe piccolo.
Li vicino la casa dove alloggia il responsabile del giardino, con annessa zona privata.


Ogni tanto troviamo l'immancabile barbeque pubblico, e qualcuno ha gia iniziato i preparativi per una cena al parco.
La via alberata, finisce sulla riva del lago. Che è uno scrigno di vita, qualche tartaruga fa capolino, gli uccelli sono rappresentati da una moltitudine di specie, pellicani, gabbiani ma anche cormorani e aironi. Una coppia di cigni neri cattura la nostra attenzione, i bambini lanciano loro da mangiare...i germani si buttano in una lotta senza quartiere per recuperare un boccone...i cigni si fanno spazio a colpi di becco...
Restiamo li per qualche minuto, incantati da tanta vita. Poco lontano la via si infila in un piccolo ponte di legno, che approda sopra un isolotto, sul quale è stato posto un fiore stilizzato, costruito in metallo....
Aggiriamo la scultura, che non stona anche se messa in un santuario dove madre natura la fa da padrona.
Pian piano ritorniamo sui nostri passi, un signore troppo preso a giocare con il cane fa cadere il telefono in acqua gli uccelli convinti di mangiare vi si avventano sopra...
Recuperato l'apparecchio, l'uomo inizia una vasta selezione di bestemmie...ma ormai il danno è fatto, il cane invece abbaia perchè vuole continuare a giocare.

E' giunta l'ora di risalire in macchina e riprendere la via per Melbourne...lasciare tutta questa pace per ritornare nel chiassoso centro cittadino di una metropoli, mi mette di cattivo umore, ma purtroppo domani riprende il tram tram quotidiano.

Anzi sarà meglio non fare troppo tardi, la sveglia suonerà presto e la giornata sarà come sempre piuttosto dura...ma qui si riesce anche ad affrontarla con il sorriso sulle labbra, cosa non più possibile in Italia, almeno nell'ultimo periodo...
Il traffico non è dei peggiori, ma via via che ci si avvicina alla città diventa più intenso, per fortuna è già notte e le poche persone che ancora sono per strada si affettano a rientrare...
Noi siamo tra questi. Stanchi ma soddisfatti il sole oggi è stato implacabile, felici di aver scoperto un nuovo pezzettino di Australia, paese che forse non finirà mai di stupirci...
Prossimo post: WERRIBEE
Ciao a presto
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