domenica 17 settembre 2017

La fine del sogno

....Al momento Andrew non ha nessuna posizione libera per evitare di pagare l'affitto.

Telefoniamo a Max, che due anni fa, assieme alla sua ragazza lavorava da Nick. Quello che ci racconta non ci piace. La descrizione è quella di un ubriacone, parassita oltre l'immaginabile.

La cosa non ci rallegra, sono molti quelli che ce lo hanno descritto in malo modo.
Mah....ci resta solo di andarlo a conoscere di persona. Siamo arrivati in anticipo di un  paio di giorni, per cui facciamo in tempo a farsi un quadro del personaggio. Non ci piace per nulla. 
Se non dovesse piacerci,  mali estremi estremi rimedi, cercheremo un altra sistemazione, siamo all' inizio della stagione per cui le opportunità non dovrebbero mancare.

Passo il resto del pomeriggio a sistemare i C.V. dopo mi metto in rete a cercare possibili appigli.

Contatto svariati ristoranti, sperando che si facciano sentire.

Diventa presto buio, decidiamo di farci una passeggiata verso la piscina, è una bella serata, cielo stellato e lo sciabordio delle onde, che si infrangono sotto la passeggiata sopraelevata ci ricaricano le batterie.
Mi mancava Cairns!
Dalla piscina chiamiamo Andrea e Gregorio che sono ormai in partenza con destinazione Thailandia.
Ci facciamo due risate.
La piscina non è affollata come eravamo abituati a vederla, un aborigeno suona il suo didgeridoo, ma solo poche persone si fermano ad ascoltare la sua arte.

Prima di andare a dormire, costruiamo la storiella da raccontare a Nick. Siamo decisi a lascarlo come ultima spiaggia.

Durante la notte un chiassoso temporale, disturba il nostro sonno fin troppo leggero e nervoso.
Domani ci aspetta l'incontro con quello che potrebbe risolverci i problemi, oppure crearcene di troppo grandi per sperare di gestirli.

La notte passa fin troppo velocemente, colazione e partiamo alla volta di Yungaburra.
Ci godiamo il viaggio, nonostante il temporale, la temperatura è mite il sole ha preso il posto delle formazioni nuvolose che hanno disturbato il nostro sonno.

La rigogliosa vegetazione che ci circonda, ci fa per un poco dimenticare l'appuntamento che abbiamo, ce la prendiamo comoda, ci fermiamo a goderci gli stupendi panorami, la foresta trasuda tutta l'acqua che il temporale ha scaricato durante la notte,  una lieve nebbia si alza sopra le cime degli alberi. L' aria per quando carica di umidità non è opprimente, come altre volte capita di sentire.

Arriviamo a destinazione. Il ristorante è chiuso e deserto, andiamo verso l'ufficio, anche questo serrato. Ci manca solo che l'ubriacone si sia dimenticato dell'appuntamento!

Dopo un paio di telefonate senza risposta, abbiamo la soddisfazione di sentire la voce di Nick. 

"Scusatemi, ieri sera ho fatto tardi!"...."Arrivo subito"
Non passano 10 minuti che il nostro interlocutore arriva...
Un uomo alto e distinto, camicia di flanella a quadrettini rossi e blu. capelli grigi e barba ben curata. Occhi scuri. La pancia prominente e i capillari, intorno al naso e sugli zigomi tradiscono la sua debolezza.
Ci saluta e ci invita ad entrare nel ristorante. L'ambiente è quello che ci ricordavamo. Un banco bar contornato a sgabelli di legno. I lampadari ricavati da ruote di carro. con l'aggiunta di lanterne da miniera. Alle pareti, attrezzi agricoli di tempi ormai lontani. Al lato opposto un grande camino, adornato con le campane tipiche delle vacche che vengono allevate sui pendii svizzeri e tanti orologi a cucù.
I tavoli sono per la maggior parte ricavati da tronchi d'albero tagliati per lungo. Un luogo davvero caratteristico e particolare.
Ci fa accomodare ad un lungo tavolo, lui si mette a capo tavola io e Angela ai due lati.
Porta tre caffè, due short black e per lui un long black, in fatto di gusti gli svizzeri fanno ridere come gli Australiani!
Soliti convenevoli, il colloquio di lavoro è di fatto il racconto delle persone che ci hanno preceduto nel percorso per arrivare a diventare residenti.
A sentire lui, ha reso australiani almeno 6 o 7 persone, mi piace poco, sembra più una auto celebrazione che non un resoconto. Parla anche di Max e della compagna. Gli manca di sapere che anche noi conosciamo quella storia. La racconta per metà, e nemmeno del tutto vera....mi piace sempre meno.

Dopo mezzora, nella quale abbiamo solo ascoltato, arriva il nostro turno di parlare.
Prendo la parola spiegandogli che al momento per noi è necessario, fare l'esame di inglese per raggiungere il 6. Se questo non fosse non servirebbero a nulla le carte che potrebbe farci per restare.
Insiste, vuole iniziare subito, a sentir lui ha anche speso delle parole con un suo amico, che ha bisogno di un meccanico da inserire nella sua officina. Non ci credo nemmeno un pò!
Prova anche a rinfacciare che abbiamo trovato un altro posto di lavoro, preferiamo ignorarlo, piuttosto che litigarci!
Per quanto possa insistere, non siamo disponibili, almeno al momento, fuori dalla porta del ristorante, c'è di sicuro qualcosa di meglio.
Lo salutiamo, garantendo che appena pronte le carte, ci faremmo sentire.
Durante la via del ritorno, l'analisi del colloquio. L' insistenza e la voglia di concludere, raccontano che Nick è in mutande. Il personale che ha in casa non deve soddisfarlo, oppure, cosa anche peggiore, vuole diminuire i budget di spesa, pagandoci meno di quanto dovrebbe...ha tutta l'aria di essere una vera merda....

Prima di arrivare a Cairns, passiamo a Holloways Beach, da Vitalia, magari è ancora in cerca di un cuoco.

Il ristorante è aperto, ma Vitalia e Antonio non ci sono, ci da il bentornati il barman, Alessandro, un giovane emiliano di nascita, ma che ormai da molti lustri non è più in patria. Dopo essere stato in Inghilterra è venuto qui in Australia, anche lui è in cerca di soluzioni definitive. Stà valutando di spostarsi in Giappone, al seguito della sua compagna e anche lui considera l' Italia un capitolo chiuso.

Nell'attesa ho modo di vedere meglio l'arredamento del locale. Decisamente in italian style.
Un banco ricavato con listelli di legno grezzi, sovrastato da un bordo di tetto fatto di lamiera ondulata.

A destra un angolo dedicato alla toscana, con chianti classico e bolgheri in bella vista, qualche fiasco impagliato, sotto un tavolo con sedie rivestite di paglia, simili a quelle che sempre più raramente si trovano nelle trattorie , sul quale sfoggia la pagina di giornale dedicata al ristorante, oltre ad una "pala" da forno, con su scritto "Welcome to Vitalia's".

L'ambiente è davvero gradevole. La nostra attesa si interrompe, all'arrivo dei simpatici titolari. Un largo sorriso riempie le loro facce. Sono abbastanza sorpresi di vederci, ci eravamo lasciati con la promessa di rivederci qualche mese più avanti. Gli raccontiamo gli ultimi avvenimenti, sono molto felici di rivederci.
Non si parla di lavoro, è sott'inteso che domani Angela inizi a lavorare alle 14.00.
Nulla di non previsto, gli amici fanno ancora parte di quella parte di Italia dove una stretta di mano vale di più di mille contratti, persone sempre più difficili da trovare.

Il resto della giornata, lo passiamo a cercare una sistemazione, purtroppo in ostello non è possibile restare, le posizioni lavorative sono state prese da qualche giorno e serviranno settimane per averne qualcuna disponibile.

Dobbiamo ancora scaricare la macchina e recuperare quello che ci serve nel bagagliaio che somiglia di più a un "tetris" che ad una autovettura, è cosa piuttosto complicata, ma per il momento non è possibile fare diversamente.

Siamo arrivati da due giorni e ancora fatichiamo a svegliarci. Appena alzati, andiamo a fare una passeggiata al porto, mi sento chiamare, non capisco bene chi possa essere, alla fine vedo Alessandro, che si sbraccia dalla terrazza di un bar, sta facendo colazione e mi fa cenno di salire.

Ci aspetta in cima alle scale, e ci abbraccia calorosamente, ha una sorpresa per noi, ci presenta la sua compagna, una giovane ragazza asiatica e suo figlio, un pacioccone seduto nel passeggino è carinissimo, mezzo addormentato, la mamma lo prende in braccio e lo passa a Angela. Alessandro nel frattempo ci ordina la colazione. Cappuccini e brioche, quasi come in Italia. La vista dalla terrazza è stupefacente, la laguna contornata dalla foresta equatoriale. Un elicottero prende quota dalla piazzola, passa poco lontano da noi, un asiatico ci saluta dal finestrino...

Ci conferma la sua chiacchierata con Nick e noi gli raccontiamo del colloquio avuto e delle nostre perplessità. Purtroppo non lo conosce abbastanza da confermarci o smentirci i nostri dubbi. Ma comunque è d'accordo con noi sul cercare di prendere tempo.
Ha da poco iniziato a lavorare nel nuovo locale, mollando, come ci aveva anticipato Il Marina Paradiso. Oltre a questo ci sconsiglia vivamente di valutare di andarci a lavorare, visto che la situazione è piuttosto pessima la dentro.

Prima di salutarci, ci dice che anche a lui risulta che prossimamente cambieranno l'età massima per richiedere il visto permanente. Se cambiano la norma a luglio, ci resta si e no un mese per fare l'esame di inglese e trovare una sistemazione, speriamo vivamente di no!

Nel dubbio chiamiamo Alberta, la quale ci dice che la situazione è piuttosto confusa, non si sa con precisione quando la nuova normativa sarà operativa. Quello che al momento si sa è che i cambiamenti verranno introdotti in tre fasi, la prima è già operativa, la seconda ci sarà a partire da luglio e l'ultima nel mese di maggio del 2018.
Passiamo a casa di Giovanni, a salutare Giacomino, che dall'ultima volta che ci siamo visti ha avuto un brutto incidente. Si è rovesciato addosso una coppa di minestra bollente. Quello che in un primo momento sembrava un dramma, per fortuna si è rivelato poco più che un brutto incidente.
Ormai le ustioni si sono completamente rimarginate, e con un pò di fortuna non gli resteranno nemmeno le cicatrici.
Siamo preoccupati per questa nuova normativa e anche con lui ne parliamo. Risulta anche a lui che ci saranno dei cambiamenti ma non ne conosce la reale entità. Ci promette che parlerà con un cliente della pizzeria dove lavora, che di professione è un migration agent.

Accompagno Angela al ristorante e vado sulla spiaggia, mi porto il pc. C'è una connessione Wi-Fi free che posso utilizzare per scrivere....
Mi siedo ad un tavolo, a pochi metri dalla spiaggia e connetto il pc. Vicino a me un barbeque elettrico, un classico qui in Ausralia.

Controllo la posta elettronica, poi apro il blog e inizio a scrivere. Alcuni chiassosi bambini, si rincorrono. I familiari sono allegramente sulla spiaggia a conversare lasciando al caso le follie dei bimbi...
Passa una coppia di poliziotti a controllare la spiaggia e zone limitrofe. Mi guardano incuriositi...nel dubbio prendo la patente dal dentro il portafoglio...di sicuro al ritorno si fermeranno a chiedermi i documenti.

"Sorry"...

Lo sbirro, richiama la mia attenzione...lo guardo sorridendo, allungo la mano verso la patente, in bella vista sul tavolo. Era abbastanza chiaro che avrebbero fatto domande.

"I like your office!"..."I can work with you?"..."Also I want a office like this!"

Mi viene da ridere!

"Se vuoi posso farti entrare in società"..."Ma ti avverto che si guadagna poco!"

"What's!?"..."No money?!"..."I think it's better that it remains to be a cop".

Mi salutano divertiti e si allontano.

Mi perdo a scrivere...mi accorgo che è passato quasi tutto il pomeriggio quando alzando gli occhi vedo il disco solare, semi sommerso...è già il tramonto, si accende l'avviso che ho ancora 15 minuti di autonomia prima che il pc si spenga..


Salvo il lavoro, metto il pc nella valigetta e prendo la via del ritorno.

Mi fermo fuori dal locale, sono numerose le auto parcheggiate fuori, anche se all' interno non sembra che ci siano troppi clienti.
Resto in macchina per un pò, non mi va di disturbare mentre lavorano.

Vedo l'ultima coppia di clienti alzarsi e andare verso il banco per pagare. Scendo e mi avvicino all'ingresso. Antonio mi fa cenno di entrare, in cucina sono ancora abbastanza indaffarati.

Scambio due chiacchiere con i ragazzi, che mi fanno un caffè. La serata è stata abbastanza movimentata. Antonio è abbastanza contento.

Si lamenta un pò, per via che ancora non hanno l'afflusso di persone che vorrebbero avere. Ma in fondo sono solo 5 settimane che hanno aperto. Hanno fatto pochissima pubblicità e nonostante questo, sono già al terzo posto nella classifica di tripadvisor, tra i ristoranti di Holloway Beach.
Secondo me non va affatto male.

Passano pochi minuti e anche in cucina hanno finito. Angela e Vitalia sembra che siano amiche da una vita, nonostante abbiano passato assieme soltanto un pomeriggio di lavoro.
Si scambiano un pò di informazioni...per me è arabo!...per quanto mi riguarda i ristoranti sono solo un luogo dove si mangia, nulla di più, non so praticamente nulla di cucina!

Salutiamo i "ragazzi" e prendiamo la via di casa.
"Come è stata la prima giornata di lavoro?"
Angela è abbastanza soddisfatta, si è trovata bene e secondo lei ci sono tutti i presupposti per poter continuare.
"Mi sono divertita"..."Mi piace anche come lavora Vitalia"..."Se vado bene a loro, come loro vanno bene a me, penso che abbiamo delle ottime prospettive"

Non avevo dubbi. Le prime impressioni avute hanno avuto conferma, brave persone che hanno voglia di fare...Siamo "cascati bene"!

Sulla via del ritorno ci fermiamo da Giovanni che ancora non ha finito di lavorare. Ne ha ancora per pochi minuti, decidiamo di aspettare che finisca la serata.

Ha parlato con il suo cliente. Il quale lo ha rassicurato per l'entrata in vigore della nuova normativa.
A detta sua, l'età massima, non verrà ritoccata almeno fino a marzo 2018.

Siamo un pò più rilassati, anche se a prescindere da qualsiasi notizia che ci arrivi, quello che è evidente è la confusione che regna sovrana.
Fino a quando il ministero non renderà note le nuove linee guida, resteremo appesi a delle speranze che potrebbero vanificarsi.

Visto che Angela adesso è sistemata, mi metto in cerca di lavoro pure io. Sembra che i cantieri navali di Port Smith, siano al completo in fatto di personale.
Angelo, il proprietario dell'ostello, mi da l'indirizzo di un suo amico che lavora nel settore della metallurgia, dicendomi di metterlo come referente. Gli scrivo una e-mail allegando il curriculum.

Facciamo amicizia con un pò di ragazzi che vivono con noi in ostello. Tra i quali uno spagnolo che era a Airlie Beach mentre l'uragano Debbie si stava scatenando.
Il suo racconto è abbastanza drammatico, sia i preparativi, per limitare i danni, sia le 36 ore chiuso in casa, mentre all'esterno il vento ululava sradicando alberi e portando in giro cartelli stradali e pezzi di case.
La paura di non sapere come sarebbe finita, la speranza che il tetto e la casa resistessero alla furia della natura.
Durante il racconto questi sentimenti trasparivano dal suo sguardo e dai suoi gesti...un esperienza drammatica, da raccontare un giorno ai nipoti...

Restiamo in ostello per due settimane, il lavoro per me sembra essere un miraggio. Le posizioni lavorative dentro la struttura appaiono blindate, Andrew, ci dice che hanno iniziato tutti qualche giorno prima del nostro arrivo e con un periodo minimo di lavoro di 4 settimane, dovremmo aspettare ancora per  un bel pò. Oltretutto tutti quanti hanno confermato che resteranno anche dopo il periodo.
Come spesso succede, siamo arrivati tardi. Per cui necessitiamo di una sistemazione meno dispendiosa. Iniziamo a cercare delle soluzioni.
La zona di Parramatta Park è la zona più gettonata, per soluzioni abitative a buon mercato, va da se che incentriamo le nostre ricerche li.
Visitiamo svariati appartamenti, alla fine optiamo per la soluzione più economica. La casa è abbastanza vecchia e la manutenzione non è stata delle più efficaci.
Due piani, con 4 camere per piano, tutte occupate da studenti, provenienti per la maggior parte dall' Impero del Dragone.
Per quanto non amiamo più di tanto i Cinesi, la camera è grande e confortevole, mai esposta al sole e per tanto fresca.
La connessione alla rete è compresa, sembra funzionare bene e siccome al router non sono stati cambiati username e password, se dovessi avere dei problemi, posso costruirmi una
 connessione adhoc, "privatizzandomi" metà della banda.
Accompagno Angela a lavoro e trasferisco tutta la nostra roba in camera,iniziando a sistemarla.

Le voci sui cambiamenti normativi, continuano a rincorrersi, ma ancora nessuna certezza.
Decidiamo di chiedere a Frank, il migration agent che ci guidò nelle primissime fasi del percorso.

Vado a trovarlo in ufficio. Nulla da fare, sono giorni che nessuno lo vede. Chiedo se possono darmi il numero di telefono privato. Dopo alcune insistenze, la sua segretaria me lo scrive in un foglietto.

Il giorno dopo lo chiamiamo.

"Ciao Frank, buon giorno...Siamo Roberto e Angela...ti ricordi di noi?"

Un attimo di silenzio....

"Ciao Roberto...quanto tempo...come state?...Certo che mi ricordo!"
Senza girarci troppo attorno, gli chiedo se è possibile vederci, per fare due chiacchiere e per avere possibili chiarimenti normativi.
"Preferirei parlarne davanti a una birra, ma l'unico modo che ho per vedervi è farvi prendere un appuntamento"..."passate in ufficio e fatevelo dare...ciao a presto"

Ritorno indietro, salgo le scale e questa volta gli chiedo un appuntamento.
Il primo buco libero è tra tre giorni nel primo pomeriggio.
Vado a Hollaways Beach e informo Angela. Per fortuna la tabella di turnazione settimanale non è ancora stata fatta. Antonio, mette in day off Angela per la data prevista dell'appuntamento.

Altri due giorni vissuti nell'incertezza, sentiamo Gabriele, che nel frattempo si è spostato da Brisbane a Ballarat! Ci dice che forse dovrà spostarsi di nuovo a Sydney, dove una grossa società è in cerca di saldatori. Secondo lui l'età verrà cambiata a luglio.
E' una delle poche volte che sarei felice se si sbagliasse, purtroppo lui è una fonte attendibile è sempre stato molto ben informato.

Saliamo le scale dell' ufficio, Frank è già lì con l'appuntamento che ci precede. Aspettiamo. L'attesa si protrae per diversi minuti.

Escono due orientali, non molto soddisfatti, non sembra una giornata particolarmente favorevole.

Esce...un largo sorriso gli illumina la faccia, ci stringe la mano e ci abbraccia...poi ci fa cenno di entrare.
Ci accomodiamo, lui fa lo stesso dietro la scrivania.
Un pò di convenevoli, ci chiede come abbiamo passato gli ultimi due e mezzo è molto contento di rivederci. La segretaria entra con il caffè, un piacevole diversivo.

Quando gli chiediamo chiarimenti riguardo alle nuove norme, ci conferma i nostri peggiori incubi!
L'età massima per richiedere il visto permanente verrà spostata a 45 anni nel mese di luglio!
Ci mostra la circolare che il ministero due giorni prima ha mandato per e-mail a tutti gli operatori del settore.
Non è molto chiara nell'applicazione, secondo lui se uno entra in un visto 457 (sponsorship) prima dell'entrata in vigore della norma passati due anni può comunque richiedere il visto permanente.
"Facile come volare senza ali!"
Angela avrà 48 anni tra 3 settimane...significa che abbiamo 3 settimane per trovare qualcuno che ci fa le carte!
Tutto questo è comunque una interpretazione normativa di un avvocato. Potrebbe anche significare che dopo aver passato 24 mesi nel 457, potremmo scoprire che l' interpretazione era sbagliata e ritrovarsi senza nessuna possibilità, oppure andare in tribunale per far decidere ad un giudice il nostro futuro.
Non è proprio quello che si dice una bella prospettiva..

Frank è forse la persona più indicata per gestire queste situazioni, al limite normativo.
Oggi ha pranzato assieme a Ministro del tesoro e al sotto segretario all' immigrazione, entrambi vivono a Cairns. Il motivo dell' invito a pranzo è stato proprio per mettere pressione sul governo affinchè non tocchi nulla dell'impianto normativo.
I due politici sono d' accordo con lui, per lasciar stare tutto. Ma per quanto possono essere influenti, restano una minoranza, sarà molto difficile che possa esserci una revisione da qui all'entrata in vigore.
Chiediamo a Frank se ha qualcuno da consigliarci per andare a bersaglio!

"Mah...così su due piedi non saprei, fatemici pensare"

Di sicuro, prima dovrà pensare chi è che gli deve un favore, per trovare una attività disposta ad una sponsorizzazione senza nemmeno conoscere la persona da sponsorizzare, credo sia possibile solo con un ricatto.

Ci saluta, promettendoci di farci sapere.
Noi invece abbiamo una spada di damocle che pende sopra le nostre teste, pronta a cadere per mozzarcele!

Mentre discutiamo le possibili opzioni, squilla un telefono...è Alberta, la nostra migration agent di Melbourne.
Ci ha chiamato apposta per informarci dei cambiamenti normativi, già che ci siamo gli chiediamo se l'interpretazione di Frank può stare in piedi.
Secondo lei nemmeno troppo, considerando che di fatto il 457 è già stato cancellato, ma non è da escludere che in una situazione come la nostra potrebbe essere accettata.
Bene....dopo 3 anni di sacrifici, tutto si riduce a 21 giorni per trovare una soluzione, un gioco di incastri troppo difficile da realizzare. Ma questo è quello che la politica ci ha riservato! Nulla di più ....nulla di meno.

Appena usciti andiamo da Vitalia ad informarla delle pessime notizie.

"Se così è, chiedo al mio migration agent se le carte posso fartele io!"
Sarebbe la quadratura del cerchio!
"Domani mattina lo chiamo!"
Finiamo la giornata, poco lontano dal ristorante, sulla spiaggia, senza fare il bagno, in questo periodo il rischio meduse è troppo elevato.

Le pessime notizie non sono finite...a Vitalia non è concesso sponsorizzare. Purtroppo è in attesa che il visto permanente su nomination di suo marito venga confermato dall' immigrazione.

Decidiamo di allargare gli orizzonti di ricerca. Angela ha due giorni off. Direzione nord, in cerca di soluzioni.
La prima tappa è Cape Tribulation, la distribuzione di curriculum è noiosa come sempre. E alla fine della giornata sono tre i ristoranti che hanno sistemato i problemi di personale sponsorizzando qualcuno. Tutte posizioni prese nelle ultime due settimane!

Sembra che la legge di Murphy sia decisamente impossibile da confutare!

Continuiamo verso nord, la strada diventa sterrata e un cartello ci avverte che per continuare è necessario guidare un fuoristrada. Pochi chilometri bastano per capire che il cartello ha ragione...un guado con mezzo metro d'acqua ci sbarra la strada...improponibile con la macchina che guidiamo.
Ci tocca ritornare alla strada statale, cento chilometri indietro...questo ci obbligherà a guidare durante la notte, cosa che non mi entusiasma per niente, ma non ho molte alternative.
Un ora e mezzo più tardi, arriviamo al bivio che ci porterà a CookTown, l'ultimo avamposto civilizzato

Inizia a farsi buio, e per la destinazione mancano ancora 100 chilometri. Non si vede anima viva, la notte senza luna rende ancora più inquietante la strada che percorriamo.

Come sempre "la Tosca" ci porta a destinazione senza problemi...ma non ci vuole molto per capire che i problemi stanno per iniziare...Nessun posto che può offrirci da dormire è aperto...come altre volte ci è capitato, resta solo la macchina per passare la notte, di buono c'è che il tepore notturno almeno ci eviterà di soffrire il freddo!

La notte passa tranquilla, la luce mi sveglia, è nuvoloso potrebbe essere il preludio di un nubifragio.
Ci fermiamo ad un caffè per colazione, il menù è decisamente Aussie. Passiamo un bel pò di tempo per trovare qualcosa che possa assomigliare ad una colazione italiana.

Iniziamo con la distribuzione di C.V....troviamo un signore seduto fuori da un ristorante, chiediamo se sia lui il proprietario.
Abbiamo visto giusto. Sembra molto interessato, il suo locale ha ancora la bandiera italiana all'esterno, ma ci confessa che sono ormai anni che lavora solo con i cinesi. Gli italiani sono troppo difficili da trovare, i effetti, per quanto la città sia estremamente carina l' offerta di qualsiasi tipo di svago è presso che nulla.
Si prende il curriculum dicendoci che valuterà la possibilità di assumerci, sembra interessato a tutti e due!

Inizia a piovere, abbiamo finito presto, non ci dispiace l'idea di fare un giro da turisti. Andiamo all' "info point" e recuperiamo una cartina.
Le attrazioni sono solo di carattere naturalistico, iniziamo da giardino botanico.
L'ingresso è gratuito, appena entrati la riproduzione di un serpente lungo sei metri colpisce la nostra curiosità, leggo la didascalia che si trova poco lontano.
E' la riproduzione di un serpente realmente esistito!...immagino a trovarselo vivo davanti!!!
Come tutti i botanic garden australiani, anche questo è attraversato da numerosi sentieri circondati da una fitta rete di ruscelli, in vari punti si creano cascate...

Il parco finisce sulla spiaggia di Finch Bay, una piccola insenatura di sabbia finissima, delimitata da grandi pietre, a lato un placido torrente si getta in mare

Sotto ad un cartello che avverte dei rischi connessi alle cubo meduse, trova posto una confezione di aceto


unica sostanza che riesce a limitare almeno in parte le ustioni che in molti casi portano alla morte del malcapitato.
Sono molti gli avvisi di attenzione nei confronti di coccodrilli, più volte avvistati e che abitano la spiaggia con assiduità.
Oggi non se ne vedono, anche se i segni sulla battigia lasciano davvero poco spazio alla fantasia.

Ritorniamo sui nostri passi, diamo un occhio alla cartina, altro luogo consigliato è un look point situato in cima ad un alto colle che si affaccia sulle baie che costeggiano CookTown.

Parcheggiamo la macchina, un percorso fatto di sentieri che salgono a spirale ci porta sulla terrazza panoramica, a lato un faro di navigazione, piccolo ma decisamente caratteristico, sulla terrazza, una rosa dei venti illustra le distanze e la direzione delle città australiane. Una stele di pietra fa da guardia alla terrazza.

La collina è totalmente circondata dal mare, solo una piccola lingua di terra la separa dall'oceano, che oggi è calmo.
Quello che sembrava un piccolo nubifragio si trasforma in un forte temporale...siamo obbligati a ripartire.

Usiamo la cartina per trovare i locali che potrebbero darci la possibilità di restare.

Ci mettiamo in direzione di una serie di resort situati al bordo della foresta pluviale, la pioggia non sembra darci tregua.

Facciamo tappa in ognuno di essi, ma senza successo, nessuno sembra abbia necessità di personale.

Le strade, per la maggior parte sterrate, cominciano a gonfiarsi di acqua, cerco di evitare di rimanere bloccato dal fango.

Un paio d'ore e come per magia il sole prende il posto del temporale...nuvole di vapore acqueo , salgono da terra e iniziano a circondarci.

Decidiamo di riprendere la via di casa, dobbiamo ancora fermarci presso un ristorante situato sualla strada del ritorno, che tempo fa era sembrato molto interessato alla candidatura di Angela.

A bordo strada un grosso serpente, sembra morto, mi fermo per vedere meglio...mai visto un serpente così grande!

Sembra che una macchina lo abbia investito, ma anche da morto fa una certa impressione.

Fatte le foto di rito, faccio ritorno alla macchina.
Giro la chiave...il motorino di avviamento ci prova, ma il motore non si avvia!
Dopo vari tentativi, mi decido di aprire il cofano per fare le verifiche del caso. Tolgo una pipetta da una candela, ci metto un cacciavite e provo ad avviare...i potenti archi voltaici dicono che il mancato avvio non è colpa della corrente.

E' già un caldo infernale, la macchina non parte, non ho attrezzatura sufficiente per cercare di metterci una "pezza", il telefono è un ferma carte ad alta tecnologia...ci resta solo di sperare che passi qualcuno.
Dopo mezz'ora di attesa, una giovane ragazza si ferma, dopo averci visto in panne.
Si offre di accompagnarci ad un vicino bar. La ringraziamo e spingiamo la nostra macchina sul bordo della strada.

Il barista, un simpatico Australiano, chiama il soccorso stradale...non resta che aspettare l'arrivo del meccanico.
L'attesa si protrae...facciamo due chiacchiere con gli avventori e con la gestione del locale. Ci raccontano che non  siamo i primi a restare a piedi qui.
Il locale è particolarmente caratteristico, ha tutta l'aria di una taverna con un pavimento fatto di grezzi e cigolanti assi di legno, ormai consumati dal tempo. Il banco è ricoperto di dediche scritte dai vai clienti che si sono succeduti nel tempo. Ci viene offerta una birra, la consumiamo in una atmosfera quasi surreale, tra risate e battute. Decisamente una parentesi tutta Australiana!

Il nostro meccanico arriva con uno ute, forse non ha capito che per toglierci dalla strada serve un carro attrezzi.
Saliamo in auto con lui, gli spiego che i sintomi fanno pensare alla pompa della benzina rotta oppure al filtro intasato.
Arriviamo sul posto, un giovane in tuta è seduto sul bordo della strada, sorseggiando una birra.
Mi chiede le chiavi...apre lo sportello e prova ad avviare il motore, senza risultati.
La sua diagnosi somiglia alla mia, prova a vedere se arriva la corrente. Poi stacca un tubo della benzina, subito prima del filtro. Nulla da fare non arriva il carburante, un ultima prova, fa ponte con un filo su due contatti del relè, ancora nulla.
Chiude il cofano mi guarda dicendomi "Fuel pump broken!".
Ci riportano al bar dicendoci e di li a poco torneranno con un carro attrezzi. Ancora un ora...nella quale i pronostici di spesa si fanno insistenti...alla fine ci troviamo d'accordo che il tutto ci costerà non meno di 1000 dollari!

Jack, ritorna alla guida di un carro attrezzi, saliamo. In pochi minuti ci avviciniamo alla macchina che di li a poco è già stata caricata e assicurata sul retro.
Chiediamo ragguagli sulla spesa e per quando l'auto sarà pronta. Le due voci, non ci piacciono se la prima si attesta sui denari che ormai siamo certi di lasciare a CookTown, la seconda è una previsione di 2 giorni di fermo. Questo significa due giorni di albergo e altrettanti giorni senza lavorare!
Ci accompagna ad un caravan park dove ci vengono date le chiavi di un appartamento. Ci saluta, dicendoci che ha già telefonato per recuperare il pezzo rotto, con un pò di fortuna domani mattina ci darà l'auto funzionante.
La prima cosa da fare è chiamare Vitalia, per avvertirla che siamo restati a piedi e di conseguenza, sarà molto difficile che Angela possa essere a lavoro, l'indomani.

Finiamo il resto della giornata a vedere un film, nella tv della "baracca".

L'alba mi strappa dalle braccia di Morfeo...guardo l'ora...sono le 9.00 non è affatto l'alba...tra i vapori del sonno accendo il fornello e metto a scaldare la colazione, latte e nescafè...decisamente non si affronta!

Telefoniamo al meccanico...

"yes the car is ready!!!"

E' andata meglio di quanto pensassimo, "la tosca" è stata riparata e stanno mandando qualcuno a prenderci!

L'attesa è breve, pochi minuti dopo siamo al banco per pagare "l'obolo"...Con nostra sorpresa la spesa è decisamente contenuta solo, si fa per dire, 550$, di cui 250 della pompa.
Se paragonato con un carro attrezzi italiano, con fermo macchina e riparazione di fatto abbiamo speso ben poco. Ma quello che più fa piacere è che nessuno ci ha fatto la cresta più del dovuto! Prima di chiedermi i soldi mi hanno fatto vedere la fattura di acquisto della pompa, la mano d'opera applicata 35$ all'ora e il costo del recupero per strada 190$.
Direi molto più onesti degli omologhi italiani.

Decisamente più "leggeri", riprendiamo la Cook Highway in direzione sud.
Dopo un ora ci fermiamo alla stazione di servizio che il mese scorso si era molto interessata alla possibilità di assumere e sponsorizzare Angela.

Purtroppo, la manager, dopo aver scoperto quello che significava aprire una sponsorizzazione ha deciso di lasciar perdere.
Per poter sponsorizzare qualcuno, ci sono tutta una serie di parametri da rispettare, da parte della società che si appresta a farlo.
Sono necessari 500,000$ di giro d'affari annuo, avere almeno due dipendenti Australiani, essere in attivo con i bilanci, non aver avuto problemi con il fisco.
Dopo aver messo insieme tutta la documentazione, il ministero dell'immigrazione si prende sei mesi per verificare le carte prodotte e poi se tutto è regolare rilascia il nulla osta.
A questo punto, sulla richiesta nominale di sponsorizzazione, il datore di lavoro deve pagare circa 7000$.
Quanto sopra per spiegare che trovare una sponsorizzazione stando comodamente seduti in una poltrona in Italia o in qualsiasi altro paese è praticamente impossibile, salvo avere un parente che possa essere interessato in prima persona in questa operazione.
Chiaramente, come tutte le norme anche questa è fatta per essere interpretata, allungata o accorciata asseconda delle necessità, ovviamente previa consultazione e approvazione del ministero dell'immigrazione.

Superata anche questa tappa, ovviamente con un pò di amaro in bocca, riprendiamo in considerazione Nick...che diventa sempre di più l'ultima spiaggia.

Ci fermiamo da Vitalia, giusto per sapere che orario di lavoro sia previsto per l'indomani.

Appena a casa mi metto in rete alla ricerca di possibili nuove alternative e scrivo a Frank, per avere notizie su possibili soluzioni.
Frank mi risponde in tempo reale, dandomi un indirizzo e il nome del titolare, un australiano nato da genitori italiani che attualmente gestisce un ristorante, ringrazio e mi segno l'indirizzo.

Su "gumtree" (il portale che fa girare l'australia) non ci sono molte novità, scorro gli annunci...tra quelli non "sponsorizzati" trovo il locale dove lavora Antonio, il marito di Vitalia, sono in cerca di un cuoco!. Potrebbe essere una svolta; sono già pronti per una chiamata nominale, oltre al fatto che Antonio collabora ormai da quasi due mesi con Angela.
Decido di non scrivergli, ci fidiamo di Antonio, per cui appena lo vedrò chiederò a lui se possa intercedere, ha un buon rapporto con la manager e potrebbe realmente inserire Angela in organico.

Accompagno Angela a lavoro, Antonio non è arrivato, non lo aspetto, vado nel mio "ufficio" a scrivere e a cercare altre possibili opzioni.

Si fa buio, il tramonto sulla baia è come sempre indescrivibile, e me lo godo fino alla fine.
Al ristorante, sono arrivati i volantini da distribuire nelle zone limitrofe, ancora il locale non è molto conosciuto e la pubblicità, specialmente ora è necessaria. Inizio a piegarli e a prepararli per la distribuzione.
Al momento la situazione è piuttosto complessa, sono molti i tavoli occupati da clienti e sono tutti molto indaffarati, avrò modo di parlare con il nostro amico più tardi.

Pian piano il locale si svuota, come di consueto, gli ultimi piatti che escono dalla cucina sono per i dipendenti, io non ne faccio parte, ma vengo considerato di "famiglia".
A cena oltre alle considerazioni sulla serata ormai volta al termine, inserisco l'argomento che più mi sta a cuore.
Antonio non ne sa nulla, ma è comunque ben disposto a parlare con la manager e a metterci la faccia.
Mi chiede se posso distribuire i volantini, ovviamente la risposta è positiva, serviranno un paio di giorni di lavoro...

Andiamo presto, Angela oggi sarà impegnata tutto il giorno in cucina io invece a volantinare Holloways Beach.

Finisco di preparare le stampe e parto.
Mi faccio una lista delle vie e mi aiuto con il GPS.
Lavoro piuttosto noioso, ma qualcuno deve pur farlo, qui in Australia sono numerosi i cittadini che preferiscono non ricevere la pubblicità. Anche la selezione degli uni e degli altri fa parte del mio impiego.
Alle 10.00 rientro alla base per fare colazione, ho una fame da lupo!
Mi accorgo che ormai già una buona metà delle stampe è arrivata a destinazione, forse riesco a  finire in giornata.

Si fa buio e come era prevedibile non ho ancora finito, rientro gusto in tempo per sedermi per cenare.
Antonio ha parlato con la manager, che per quanto molto interessata all' assunzione, non è disposta a fare una sponsorizzazione nei tempi che ci occorrono, cosa prevedibile, io avrei fatto lo stesso.
Ma si dice disponibile per una assunzione per poi valutare una sponsorizzazione nei prossimi tre mesi.
Andrebbe benissimo, se non fosse per il fatto che ci metterebbe fuori gioco con il visto permanente, diciamo ad Antonio di prendere un pò di tempo.

Liberi da impegni, passiamo dal contatto che Frank ci ha passato. Il ristorante fa parte di una nota catena ed è pieno zeppo.
Il titolare viene a parlare con noi, dopo pochi convenevoli arriviamo al punto. Al momento non ha bisogno di personale e ha da qualche giorno fatto le carte per una ragazza italiana, come manager. In realtà fa la cameriera, ma se l'assunzione viene dichiarata come "manager di sala" diventa possibile sia giustificare la presenza che la sponsorizzazione.
Si prende il C.V. dicendoci che si farà sentire nei prossimi giorni.

Cominciamo ad aver finito le cartucce...Nick è restato come ultima possibile soluzione.
Lo chiamiamo comunicando che se possibile per lui Angela sarebbe disponibile per fare qualche giorno di prova.

Vitalia per quanto dispiaciuta la lascia libera, nella speranza che possa esserci una soluzione.

Arriviamo a Yungaburra, alle 9.00, Nick ci sta aspettando, fa fare un giro ad Angela per la cucina e gli chiede di preparare il pranzo per i dipendenti, il cuoco non c'è. Siamo già nella fantascienza, speravamo che ci fosse almeno per conoscerlo per capire in che ambiente dovrà lavorare.

Poco male, Angela si mette al lavoro e io vado a mettere nella camera che ci è stata riservata, le nostre cose.
Connetto il pc e metto in download i file per ripristinare il telefono che usiamo qui in Australia.

Scopro che i telefoni sono fermacarte, ne vodafone, ne optus (gli operatori che usiamo) hanno copertura di rete, perfetto, ci toccherà passare ad un altro operatore, quello più costoso d'Australia!

Vado al ristorante, il pranzo è pronto, Nick è molto contento del pasto. Riprende con i suoi racconti passati che come l'ultima volta non ci convincono per nulla, ma per quanto abbiamo da fare possiamo anche ascoltarlo.

Gli altri ci lasciano, restiamo a tavola con lui. Chiediamo che tipo di contratto vorrebbe fare.
L'offerta è qualcosa di ridicolo anche per il peggiore dei professionisti.
20 ore settimanali!, lo informiamo che per una sponsorizzazione è obbligatorio un contratto da almeno 38 ore settimanali con uno stipendio annuale di 54.000$. Sembra che non ne sia al corrente, chiama l'ufficio di Frank, aspettiamo che abbia le risposte.
Ovviamente Frank conferma le nostre affermazioni.
Inizia una arrampicata sugli specchi, alquanto ridicola. Poi altre offerte, tutte non accettabili!
Alla fine lui sarebbe disposto a far lavorare Angela fino a 25 ore pagandogliene 40, a patto che gli venga restituita la differenza.
Giustifica il tutto dicendo che gli Indiani fanno tutti così.
Sarebbe da gonfiarlo di botte e poi denunciarlo per aggressione! Mentre parla valuto se chiamare l'immigrazione per denunciarlo oppure semplicemente staccargli la testa dal collo.

Dopo varie sue insistenze, lo molliamo per tornare a Cairns. All' albergo ci restano molto male, gli eravamo piaciuti.

Sulla via del ritorno, il morale è sotto i piedi...tutto sta andando per il verso sbagliato.
Oltre a questo stiamo perdendo la lucidità di prendere decisioni, me ne rendo conto, valutando le discussioni che nascono senza nessun motivo apparente. Perdere la lucidità equivarrebbe ad un suicidio!

E' un nuovo giorno, accompagno Angela a lavoro e vado nel mio "ufficio", per cercare soluzioni, sempre più improbabili.

Decido di fare un salto a Cairns, per vedere un paio di ristoranti segnalati sul portale australiano.
mentre costeggio, la recinzione dell'aeroporto un Boeing 7E7 colorato Virgin, sbuca dai tetti degli hangar, facendo quota...strano come un aeroplano, possa attrarre la nostra attenzione...penso che non passerà ancora molto tempo, fino al momento che un decollo abbia anche me come passeggero, con destinazione Italia e forse senza nemmeno un appello....
Si comincio a essere decisamente abbattuto....

A Cairns nulla di interessante, come poteva essere altrimenti...

Recupero Angela, sul tardi arriva la mail con il programma di lavoro settimanale, Vitalia stà abbassando le ore lavorative di tutti, cosa abbastanza normale, considerando che ancora non ha una clientela stabile e sono costretti ad improvvisare.

Questo ci obbliga a delle decisioni, pessime, ma necessarie...In Victoria è inverno, ma nonostante questo, sappiamo che possiamo lavorare a tempo pieno, cosa che ci permetterebbe di risparmiare un bel pò di risorse.
Per quanto la prospettiva non ci piaccia, equivale ad alzare bandiera bianca, sembra la soluzione per iniziare una pianificazione di un piano alternativo.

Prima di mollare Vitalia, che è stata molto importante per noi, decidiamo di chiamare il numero verde dell' immigrazione Australiana. Per avere reali chiarimenti, su quello che sta succedendo.

Dopo circa 20 minuti di attesa con una rilassante musica di sottofondo, al 131881 ci risponde una operatrice.
Le notizie disgregano ogni speranza, la norma cambierà il primo giorno di Luglio e l'operatrice ci consiglia di lasciare perdere e di scegliere una destinazione diversa dall' Australia.

Angela riattacca, si avvicina con le lacrime agli occhi...mi abbraccia dicendomi:

"Mi dispiace amore, non ce l' ho fatta!"

La stringo forte...dicendogli:

"Dispiace anche a me, ma hai superato tutte le aspettative e se non abbiamo vinto non è certo colpa tua"..."Poi non è accettabile che tu possa sentirti in colpa per qualcosa che abbiamo fatto assieme e se devono esserci delle colpe non possono certo essere tutte a carico tuo"..."Sorridi che sei più carina quando lo fai"..."la vita continua e non finisce di certo con una legge molto discutibile"

Non resta che costruire una soluzione alternativa....prendo contatti con degli amici in giro per il mondo, a Cuba, in Bulgaria, alle Maldive e in Nuova Zelanda.

Prossimo post


....Analisi di una sconfitta?...


Ciao a presto

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