giovedì 13 agosto 2015

un anno di Australia


Ciao a tutti, proprio in questi giorni, “festeggio” il primo compleanno di Australia, il 17 luglio 2014, respirai la mia prima aria australiana, all' aeroporto di Brisbane.

E' passato un anno, nel blog ripercorro il percorso, cercando di descrivere i fatti, le persone e le emozioni, cosa tutt'altro che facile, aggiungendo pensieri personali, confronti con l'Italia e inserendo le necessità normative a cui sono sottoposto.
Con questo post, cercherò di fare una valutazione generale del percorso fino ad oggi fatto.

Bene, andiamo con ordine, la domanda che mi viene posta più frequentemente è:

Quanto è difficile?

Mah, credo che sia la domanda più difficile di tutte. Non è facile, questo è certo, ma nemmeno impossibile, sono molte le cose che ho fatto nella mia vita fino ad oggi e di facili non ne ho trovate.
Di sicuro, questa è quella che necessità di maggiore pianificazione, cosa che va fatta in gran parte prima di partire.
E' necessario conoscere a grandi linee la normativa sull'immigrazione australiana, questa è estremamente articolata, ovviamente non è possibile conoscerla tutta, ma è necessario sapere quelle parti che influenzeranno il percorso.
In base a questa scegliere un percorso, adattarlo alle opportunità e alle necessità che arrivano durante la via.
A seguire, c'è bisogno della consulenza di un immigration agent, meglio se più di uno, preferibile contattarne uno prima di partire, per una miriade di motivi, per esempio farsi una idea sulla disponibilità che questo avrà a seguirvi oppure se la parte che gli interessa è solo quella economica.

Di sicuro, ognuno fa la sua storia, ho sentito le storie più disparate, finite bene oppure male, tutte hanno in comune due cose, la lingua e la pianificazione. Purtroppo e per fortuna questa è una necessità oltre che normativa (ricordo che senza una certificazione della lingua non è possibile avere un visto permanente) anche personale, senza sapere l'inglese non potete di fatto lavorare.
Pensare di partire arrivare qui e avere tutte le porte aperte è quanto meno stupido....”FIGURATI, L AUSTRALIA E' PIENA DI ITALIANI, CHE PROBLEMA C'E'!!”
Frase risentita più volte....non è così, la verità è esattamente opposta, se qualcuno vi aiuterà sarà molto difficile che sia italiano, quelli che davvero possono aiutare sono australiani....ma questa è una vecchia storia. Già nelle miniere in Belgio, il secolo scorso, circolava un detto tra i lavoratori italiani “SE UN ITALIANO NON TI HA AIUTATO....TI HA AIUTATO”...questo la dice abbastanza lunga.

Quante opportunità ci sono?

A questa domanda è facile rispondere, lo faccio con i numeri che non hanno bisogno di commenti.
L' Australia è grande una volta e mezzo l'Europa ed ha 23milioni di abitanti (con quelli che come me sono nella “terra di mezzo”, cioè senza passaporto si arriva a 25milioni)....in Europa gli abitanti sono se non ricordo male sono 650milioni, solo l' Italia ne ha quasi 60milioni. Credo che non ci sia altro da dire.

Quanto è facile trovare lavoro e quanto si guadagna?

Qui è più complesso rispondere. In Australia è possibile tutto e il contrario di tutto a grandi linee però la bilancia è decisamente positiva.
Per entrare nel mondo del lavoro serve tempo ed un po' di amicizie, per quanto la meritocrazia è una moneta di scambio molto importante, è necessario avere una prima opportunità che non arriva se non tramite le notizie che si hanno dalle persone. A volte italiani, non ancora naturalizzati, altre volte da australiani. Se avete letto bene, da questo si capisce cosa significa pianificazione, è necessario avere in conto, un periodo di tempo senza reddito, durante il quale dovete vivere oltre che studiare....

Superato il primo scoglio, il lavoro qui è pagato. Lo stipendio minimo garantito è di 17,50 dollari l'ora tolte le tasse. Moltiplicato, per 38 ore settimanali di lavoro fanno 665 dollari a settimana, non è affatto poco. Il costo della vita è più o meno quello italiano ma tra i diversi stati cambia anche di molto, io ne ho vissuti 2 fino ad adesso, Queensland e Victoria, personalmente preferisco il primo, che oltre a costare un bel po' di meno ha un clima stupendo per viverci. Il New South Walles, pur non avendoci vissuto, passandoci, mi è sembrato che costasse più o meno come il Victoria.
Il prezzo medio di una settimana di affitto per un appartamento singolo è di circa 200 dollari, gli ostelli circa 80, le share house (case condivise) 100. Ovviamente i prezzi cambiano e spesso anche di molto a seconda delle zone.

Poi a luglio, si può fare richiesta di rimborso sulle tasse pagate, il sottoscritto ha avuto un rimborso di circa 2000 dollari, cifra considerevole, se si pensa che ho lavorato part time per soli tre mesi, il mio stipendio però è quello di un lavoratore di medio livello, circa 23 dollari l'ora. Per inciso, con le qualifiche professionali che ho, lo stipendio normale si aggira attorno ai 35 dollari l'ora.

Ti manca qualcosa dell' Italia?

Si....mi manca la lavatrice e la lavastoviglie, sembra una cazzata vero?....Non lo è affatto, non avere quelle cose normali a cui sei abituato è una cosa che un po' logora.
Ma se poi penso a Renzi, alle norme che dal prossimo gennaio permetteranno alle banche di prendere il nostro denaro dal nostro conto se ne hanno necessità, ma non solo. Sapere che tutte le tasse pagate in una vita di lavoro hanno semplicemente finanziato la politica, il malaffare mafioso, comprensivo dei legami politico mafiosi che nelle recenti inchieste sono venuti a galla, oppure anche alle norme che non permetteranno più di fare intercettazioni come a quelle che chiuderanno definitivamente la bocca all'informazione.

Bè...a questo logorio mi ci posso abituare, spero che non duri all'infinito, è comunque molto meglio di Renzi.

Queste le domande più gettonate.

Adesso per quello che possa contare, il mio pensiero.

Un anno, lungo ma anche breve, difficile per le scelte, facile per la bellezza dell'Australia, degli australiani.
Ogni decisione crea un percorso e quando la si prende è sempre quella giusta, poi succede che non lo è.....ma sempre quella hai preso.
In queste due righe c'è forse tutta l'essenza di questo viaggio a destinazione ignota.

Il viaggio dal mio punto di vista è stato solo positivo, di inciampi gravi non ne ho trovati, almeno fino ad ora. Proprio in questi giorni quello che sembra il più grosso, in via soluzione?....forse...

La lingua la sto pian piano imparando, per quanto sia necessario studiarla, in strada non puoi impararla, per vari motivi, in Australia si parla una lingua che è ormai piuttosto diversa dall' inglese. Per intenderci se guardo un film oppure un notiziario in tv capisco circa 80% a volte anche di più, devo starci concentrato, cosa piuttosto difficile. Se parlo con le persone, sono perfettamente in grado di farmi capire, ma non sempre capisco, anzi, spesso non capisco una mazza!!!
Di fatto succede come in tutto i mondo. Italia compresa, la lingua che si impara è quella che viene parlata tra le 4 mura di casa o poco più...Io sono molto fortunato, in quanto toscano, sono molto avvantaggiato per quello che riguarda la conoscenza dell' Italiano...qui succede la stessa cosa con una differenza sostanziale, la lingua “di casa”, non è l'inglese, ma qualcosa di diverso, sia nei suoni che nei modi di dire , un esempio: occhiali da sole in inglese=sunglasses in australiano=sunnie, ma questo è solo uno, sono decine i termini storpiati, oppure semplicemente pronunciati diversamente. Altra cosa che incasina non poco la comprensione, le “r” di fatto non vengono quasi mai pronunciate, stessa cosa per le “doppie”, se poi si pensa al fatto che la stessa lettera messa in parole diverse è pronunciata in modo diverso...si capisce quello che voglio dire.
Non è per nulla un caso che nei paesi anglofoni, siano molto seguite le gare di spelling (dividere le parole lettera per lettera).

A lavoro ho trovato delle persone stupende, che mi hanno dato una mano con l' inglese. Credo che possa dichiararmi contento, sinceramente non pensavo che sarei cresciuto così in questo settore, che forse, per quanto mi riguarda, è il più difficoltoso.

La parte positiva sarebbe che come lingua è molto semplice, ma la sua semplicità complica non poco il problema! Infatti se pensi in italiano e traduci, di sicuro costruirai una frase lunga un mese che in inglese non serve e a volte nemmeno viene capita....ti sei solo complicato le cose...

La via percorsa, è stata giorno per giorno aggiustata, per le necessità e le occasioni che sono passate, cosa abbastanza ovvia.

Se valuto, con occhi critici il nostro operato, credo che difficilmente potevamo fare di più, considerata la partenza senza nessun tipo di conoscenza o appoggio.
Siamo ancora piuttosto lontani dall'arrivo e ancora dobbiamo vedere se riusciremo a raggiungere il tanto agognato traguardo, al momento abbiamo delle buone carte da giocare, che fanno intravedere una vittoria, se quando sono arrivato avevo molte speranze e nessuna certezza, adesso parte delle speranze è diventata certezza.

Una parentesi che forse chiarisce molto di più. Qui il 25 di luglio viene festeggiato un surrugato di natale, per via che il 25 dicembre è piena estate e cambia totalmente il contorno, pranzo in famiglia compreso.
Lo scorso anno, nei festeggiamenti del 25 luglio, avevamo un visto che scadeva a fine ottobre, ci ponemmo una domanda...ma per natale, quello vero, saremo ancora qui?

Adesso la risposta è chiara, non solo è passato natale ma siamo ritornati al 25 di luglio e quello che più conta siamo sempre più convinti di lottare fino alla fine, per arrivare la nostro obbiettivo.

Il mese scorso è passato il primo vero “treno” che poteva farci, arrivare al traguardo.
Diego, il nostro amico, prima di rientrare in Italia, ha fatto mettere Angela nel suo posto di lavoro, in accordo con i titolari. Avremmo dovuto spostarci a Melbourne il 26 di giugno, con la certezza di una sponsorizzazione.
Purtroppo il direttore della scuola non ci ha permesso di lasciarla...treno partito senza che noi avessimo potuto salirci.
A parte l'amaro in bocca che la cosa ci ha lasciato, ancora non siamo riusciti a risolvere la questione che è tutt'ora in corso d'opera, oltretutto sta complicando le cose perché il mio contratto lavorativo è in finale.
Abbiamo trovato quello che sembra essere un “dipendente statale standard”, con apertura mentale pari a zero e con la capacità decisionale dettata dalle carte che possano giustificare il proprio operato.....

Fatto stà, che la normativa sull'immigrazione mi da la facoltà di cambiare istituto scolastico, in teoria tutte le volte che voglio, ho scritto in teoria, perché è a discrezione del dirigente scolatico, oppure dopo sei mesi di frequenza, qui il direttore deve solo firmare.
Ma la normativa, come tutte le normative occidentali, è soggetta a interpretazione, ora sembra che il dirigente, favorito da un regolamento scolastico, possa arrogarsi il diritto di decidere se farci o no la lettera di rilascio, necessaria per passare ad un nuovo istituto.

Ora...sulla base di un semplice concetto di diritto, le norme hanno una classifica di applicabilità.

Cioè si parte dal livello più alto, la costituzione, per poi scendere fino ai regolamenti regionali e poi più giù fino ad arrivare alle consuetudini. In questo meccanismo è ovvio che un regolamento scolastico non può essere in contrasto con quello che dicono le norme sull' immigrazione.
I motivi per cui voglia tenerci qui, sono svariati, da quelli economici (paghiamo una retta per la scuola), ma anche altri.
Poi, gli australiani, hanno molto a cuore il lavoro che fanno, pare che Angela sia estremamente brava in quello che fa (non ne ho mai avuto il dubbio), e per questo sia presa in considerazione per un futuro da insegnante.
Visto in questa ottica diventa ovvio il tentativo di tenerci qui, purtroppo nessuno parla chiaramente di questa opportunità, che sarebbe da non sottovalutare.... anzi!
Non lo fanno per ovvi motivi, prima di arrivare a quella posizione il percorso da fare è lungo e non è detto che possiamo permettercelo...
Quanto sopra è semplicemente il pensiero di un legale che abbiamo interpellato e con il quale abbiamo ripercorso i fatti, valutando i regolamenti scolastici con l'esperienza professionale e la conoscenza del modo di agire e pensare australiano.

Prossimamente faremo un salto all'ufficio immigrazione per avere ulteriori informazioni, anche se tutte le nostre fonti danno ragione a noi.

Tolto l' inciampo sopra descritto, peraltro prevedibile, non mi sembra di trovare cose negative, abbiamo fatto del nostro meglio e per quanto, ancora lontani dal traguardo, un bel pezzo di strada l abbiamo fatta.

In fondo, forse, trasferirsi qui è un po' come saltare da un aereo senza paracadute, due anni in caduta libera nei quali devi costruirtelo...

Con il tempo poi, ho iniziato a sentirmi a casa, ho scoperto di amare l'Australia almeno quanto amo l'Italia, anche se forse quest'ultima mi è stata sempre un po' troppo stretta, mi sono sempre sentito un po' in catene, senza potermene mai del tutto liberare, arrivato qui questa sensazione è sparita.....e già questa è una grande vittoria.

Le ultime righe le dedico alla mia compagna di viaggio, Angela, che nel frattempo è diventata mia moglie.
Fino ad ora ho evitato di parlarne, per vari motivi, ho preferito parlare spesso al plurale ma senza citarla direttamente, anche lei scriveva un blog, nei prossimi giorni dovrebbe riprendere a scrivere, aveva interrotto per motivi scolastici, ma non solo.

All'epoca decise di seguirmi in questa “follia”, che ci sta riuscendo piuttosto bene, senza sapere bene dove l'avrei condotta...solo per questo ha dimostrato un coraggio e un carattere difficilmente duplicabile.
Lei è di gran lunga il pezzo più importante di questa avventura, i risultati avuti in questo anno è innegabile che la maggior parte siano suoi...
Poi il merito più grande...avere a che fare con me, che deve essere decisamente una brutta faccenda!!!...

Qualcuno dei nostri amici, qui in Australia, ha descritto così la nostra storia
....”grandi donne si accompagnano solo con grandi uomini”.....
gli risposi che se fosse vero sarebbe bello....ma anche di non dirlo troppo spesso che magari poi me ne convinco e ci credo.....

prossimo post “ritorno a OZ” a presto.



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