Ciao a tutti,
proprio in questi giorni, “festeggio” il primo compleanno di
Australia, il 17 luglio 2014, respirai la mia prima aria australiana,
all' aeroporto di Brisbane.
E' passato un anno,
nel blog ripercorro il percorso, cercando di descrivere i fatti, le
persone e le emozioni, cosa tutt'altro che facile, aggiungendo
pensieri personali, confronti con l'Italia e inserendo le necessità
normative a cui sono sottoposto.
Con questo post,
cercherò di fare una valutazione generale del percorso fino ad oggi
fatto.
Bene, andiamo con
ordine, la domanda che mi viene posta più frequentemente è:
Quanto è difficile?
Mah, credo che sia
la domanda più difficile di tutte. Non è facile, questo è certo,
ma nemmeno impossibile, sono molte le cose che ho fatto nella mia
vita fino ad oggi e di facili non ne ho trovate.
Di sicuro, questa è
quella che necessità di maggiore pianificazione, cosa che va fatta
in gran parte prima di partire.
E' necessario
conoscere a grandi linee la normativa sull'immigrazione australiana,
questa è estremamente articolata, ovviamente non è possibile
conoscerla tutta, ma è necessario sapere quelle parti che
influenzeranno il percorso.
In base a questa
scegliere un percorso, adattarlo alle opportunità e alle necessità
che arrivano durante la via.
A seguire, c'è
bisogno della consulenza di un immigration agent, meglio se più di
uno, preferibile contattarne uno prima di partire, per una miriade di
motivi, per esempio farsi una idea sulla disponibilità che questo
avrà a seguirvi oppure se la parte che gli interessa è solo quella
economica.
Di sicuro, ognuno fa
la sua storia, ho sentito le storie più disparate, finite bene
oppure male, tutte hanno in comune due cose, la lingua e la
pianificazione. Purtroppo e per fortuna questa è una necessità
oltre che normativa (ricordo che senza una certificazione della
lingua non è possibile avere un visto permanente) anche personale,
senza sapere l'inglese non potete di fatto lavorare.
Pensare di partire
arrivare qui e avere tutte le porte aperte è quanto meno
stupido....”FIGURATI, L AUSTRALIA E' PIENA DI ITALIANI, CHE
PROBLEMA C'E'!!”
Frase risentita più
volte....non è così, la verità è esattamente opposta, se qualcuno
vi aiuterà sarà molto difficile che sia italiano, quelli che
davvero possono aiutare sono australiani....ma questa è una vecchia
storia. Già nelle miniere in Belgio, il secolo scorso, circolava un
detto tra i lavoratori italiani “SE UN ITALIANO NON TI HA
AIUTATO....TI HA AIUTATO”...questo la dice abbastanza lunga.
Quante opportunità
ci sono?
A questa domanda è
facile rispondere, lo faccio con i numeri che non hanno bisogno di
commenti.
L' Australia è
grande una volta e mezzo l'Europa ed ha 23milioni di abitanti (con
quelli che come me sono nella “terra di mezzo”, cioè senza
passaporto si arriva a 25milioni)....in Europa gli abitanti sono se
non ricordo male sono 650milioni, solo l' Italia ne ha quasi
60milioni. Credo che non ci sia altro da dire.
Quanto è facile
trovare lavoro e quanto si guadagna?
Qui è più
complesso rispondere. In Australia è possibile tutto e il contrario
di tutto a grandi linee però la bilancia è decisamente positiva.
Per entrare nel
mondo del lavoro serve tempo ed un po' di amicizie, per quanto la
meritocrazia è una moneta di scambio molto importante, è necessario
avere una prima opportunità che non arriva se non tramite le notizie
che si hanno dalle persone. A volte italiani, non ancora
naturalizzati, altre volte da australiani. Se avete letto bene, da
questo si capisce cosa significa pianificazione, è necessario avere
in conto, un periodo di tempo senza reddito, durante il quale dovete
vivere oltre che studiare....
Superato il primo
scoglio, il lavoro qui è pagato. Lo stipendio minimo garantito è di
17,50 dollari l'ora tolte le tasse. Moltiplicato, per 38 ore
settimanali di lavoro fanno 665 dollari a settimana, non è affatto
poco. Il costo della vita è più o meno quello italiano ma tra i
diversi stati cambia anche di molto, io ne ho vissuti 2 fino ad
adesso, Queensland e Victoria, personalmente preferisco il primo, che
oltre a costare un bel po' di meno ha un clima stupendo per viverci.
Il New South Walles, pur non avendoci vissuto, passandoci, mi è
sembrato che costasse più o meno come il Victoria.
Il prezzo medio di
una settimana di affitto per un appartamento singolo è di circa 200
dollari, gli ostelli circa 80, le share house (case condivise) 100.
Ovviamente i prezzi cambiano e spesso anche di molto a seconda delle
zone.
Poi a luglio, si può
fare richiesta di rimborso sulle tasse pagate, il sottoscritto ha
avuto un rimborso di circa 2000 dollari, cifra considerevole, se si
pensa che ho lavorato part time per soli tre mesi, il mio stipendio
però è quello di un lavoratore di medio livello, circa 23 dollari
l'ora. Per inciso, con le qualifiche professionali che ho, lo
stipendio normale si aggira attorno ai 35 dollari l'ora.
Ti manca qualcosa
dell' Italia?
Si....mi manca la
lavatrice e la lavastoviglie, sembra una cazzata vero?....Non lo è
affatto, non avere quelle cose normali a cui sei abituato è una cosa
che un po' logora.
Ma se poi penso a
Renzi, alle norme che dal prossimo gennaio permetteranno alle banche
di prendere il nostro denaro dal nostro conto se ne hanno necessità,
ma non solo. Sapere che tutte le tasse pagate in una vita di lavoro
hanno semplicemente finanziato la politica, il malaffare mafioso,
comprensivo dei legami politico mafiosi che nelle recenti inchieste
sono venuti a galla, oppure anche alle norme che non permetteranno
più di fare intercettazioni come a quelle che chiuderanno
definitivamente la bocca all'informazione.
Bè...a questo
logorio mi ci posso abituare, spero che non duri all'infinito, è
comunque molto meglio di Renzi.
Queste le domande
più gettonate.
Adesso per quello
che possa contare, il mio pensiero.
Un anno, lungo ma
anche breve, difficile per le scelte, facile per la bellezza
dell'Australia, degli australiani.
Ogni decisione crea
un percorso e quando la si prende è sempre quella giusta, poi
succede che non lo è.....ma sempre quella hai preso.
In queste due righe
c'è forse tutta l'essenza di questo viaggio a destinazione ignota.
Il viaggio dal mio
punto di vista è stato solo positivo, di inciampi gravi non ne ho
trovati, almeno fino ad ora. Proprio in questi giorni quello che
sembra il più grosso, in via soluzione?....forse...
La lingua la sto
pian piano imparando, per quanto sia necessario studiarla, in strada
non puoi impararla, per vari motivi, in Australia si parla una
lingua che è ormai piuttosto diversa dall' inglese. Per intenderci
se guardo un film oppure un notiziario in tv capisco circa 80% a
volte anche di più, devo starci concentrato, cosa piuttosto
difficile. Se parlo con le persone, sono perfettamente in grado di
farmi capire, ma non sempre capisco, anzi, spesso non capisco una
mazza!!!
Di fatto succede
come in tutto i mondo. Italia compresa, la lingua che si impara è
quella che viene parlata tra le 4 mura di casa o poco più...Io sono
molto fortunato, in quanto toscano, sono molto avvantaggiato per
quello che riguarda la conoscenza dell' Italiano...qui succede la
stessa cosa con una differenza sostanziale, la lingua “di casa”,
non è l'inglese, ma qualcosa di diverso, sia nei suoni che nei modi
di dire , un esempio: occhiali da sole in inglese=sunglasses in
australiano=sunnie, ma questo è solo uno, sono decine i termini
storpiati, oppure semplicemente pronunciati diversamente. Altra cosa
che incasina non poco la comprensione, le “r” di fatto non
vengono quasi mai pronunciate, stessa cosa per le “doppie”, se
poi si pensa al fatto che la stessa lettera messa in parole diverse è
pronunciata in modo diverso...si capisce quello che voglio dire.
Non è per nulla un
caso che nei paesi anglofoni, siano molto seguite le gare di spelling
(dividere le parole lettera per lettera).
A lavoro ho trovato
delle persone stupende, che mi hanno dato una mano con l' inglese.
Credo che possa dichiararmi contento, sinceramente non pensavo che
sarei cresciuto così in questo settore, che forse, per quanto mi
riguarda, è il più difficoltoso.
La parte positiva
sarebbe che come lingua è molto semplice, ma la sua semplicità
complica non poco il problema! Infatti se pensi in italiano e
traduci, di sicuro costruirai una frase lunga un mese che in inglese
non serve e a volte nemmeno viene capita....ti sei solo complicato le
cose...
La via percorsa, è
stata giorno per giorno aggiustata, per le necessità e le occasioni
che sono passate, cosa abbastanza ovvia.
Se valuto, con occhi
critici il nostro operato, credo che difficilmente potevamo fare di
più, considerata la partenza senza nessun tipo di conoscenza o
appoggio.
Siamo ancora
piuttosto lontani dall'arrivo e ancora dobbiamo vedere se riusciremo
a raggiungere il tanto agognato traguardo, al momento abbiamo delle
buone carte da giocare, che fanno intravedere una vittoria, se quando
sono arrivato avevo molte speranze e nessuna certezza, adesso parte
delle speranze è diventata certezza.
Una parentesi che
forse chiarisce molto di più. Qui il 25 di luglio viene festeggiato
un surrugato di natale, per via che il 25 dicembre è piena estate e
cambia totalmente il contorno, pranzo in famiglia compreso.
Lo scorso anno, nei
festeggiamenti del 25 luglio, avevamo un visto che scadeva a fine
ottobre, ci ponemmo una domanda...ma per natale, quello vero, saremo
ancora qui?
Adesso la risposta è
chiara, non solo è passato natale ma siamo ritornati al 25 di luglio
e quello che più conta siamo sempre più convinti di lottare fino
alla fine, per arrivare la nostro obbiettivo.
Il mese scorso è
passato il primo vero “treno” che poteva farci, arrivare al
traguardo.
Diego, il nostro
amico, prima di rientrare in Italia, ha fatto mettere Angela nel suo
posto di lavoro, in accordo con i titolari. Avremmo dovuto spostarci
a Melbourne il 26 di giugno, con la certezza di una sponsorizzazione.
Purtroppo il
direttore della scuola non ci ha permesso di lasciarla...treno
partito senza che noi avessimo potuto salirci.
A parte l'amaro in
bocca che la cosa ci ha lasciato, ancora non siamo riusciti a
risolvere la questione che è tutt'ora in corso d'opera, oltretutto
sta complicando le cose perché il mio contratto lavorativo è in
finale.
Abbiamo trovato
quello che sembra essere un “dipendente statale standard”, con
apertura mentale pari a zero e con la capacità decisionale dettata
dalle carte che possano giustificare il proprio operato.....
Fatto stà, che la
normativa sull'immigrazione mi da la facoltà di cambiare istituto
scolastico, in teoria tutte le volte che voglio, ho scritto in
teoria, perché è a discrezione del dirigente scolatico, oppure dopo
sei mesi di frequenza, qui il direttore deve solo firmare.
Ma la normativa,
come tutte le normative occidentali, è soggetta a interpretazione,
ora sembra che il dirigente, favorito da un regolamento scolastico,
possa arrogarsi il diritto di decidere se farci o no la lettera di
rilascio, necessaria per passare ad un nuovo istituto.
Ora...sulla base di
un semplice concetto di diritto, le norme hanno una classifica di
applicabilità.
Cioè si parte dal
livello più alto, la costituzione, per poi scendere fino ai
regolamenti regionali e poi più giù fino ad arrivare alle
consuetudini. In questo meccanismo è ovvio che un regolamento
scolastico non può essere in contrasto con quello che dicono le
norme sull' immigrazione.
I motivi per cui
voglia tenerci qui, sono svariati, da quelli economici (paghiamo una
retta per la scuola), ma anche altri.
Poi, gli
australiani, hanno molto a cuore il lavoro che fanno, pare che Angela
sia estremamente brava in quello che fa (non ne ho mai avuto il
dubbio), e per questo sia presa in considerazione per un futuro da
insegnante.
Visto in questa
ottica diventa ovvio il tentativo di tenerci qui, purtroppo nessuno
parla chiaramente di questa opportunità, che sarebbe da non
sottovalutare.... anzi!
Non lo fanno per
ovvi motivi, prima di arrivare a quella posizione il percorso da fare
è lungo e non è detto che possiamo permettercelo...
Quanto sopra è
semplicemente il pensiero di un legale che abbiamo interpellato e con
il quale abbiamo ripercorso i fatti, valutando i regolamenti
scolastici con l'esperienza professionale e la conoscenza del modo di
agire e pensare australiano.
Prossimamente faremo
un salto all'ufficio immigrazione per avere ulteriori informazioni,
anche se tutte le nostre fonti danno ragione a noi.
Tolto l' inciampo
sopra descritto, peraltro prevedibile, non mi sembra di trovare cose
negative, abbiamo fatto del nostro meglio e per quanto, ancora
lontani dal traguardo, un bel pezzo di strada l abbiamo fatta.
In fondo, forse,
trasferirsi qui è un po' come saltare da un aereo senza paracadute,
due anni in caduta libera nei quali devi costruirtelo...
Con il tempo poi, ho
iniziato a sentirmi a casa, ho scoperto di amare l'Australia almeno
quanto amo l'Italia, anche se forse quest'ultima mi è stata sempre
un po' troppo stretta, mi sono sempre sentito un po' in catene, senza
potermene mai del tutto liberare, arrivato qui questa sensazione è
sparita.....e già questa è una grande vittoria.
Le ultime righe le
dedico alla mia compagna di viaggio, Angela, che nel frattempo è
diventata mia moglie.
Fino ad ora ho
evitato di parlarne, per vari motivi, ho preferito parlare spesso al
plurale ma senza citarla direttamente, anche lei scriveva un blog,
nei prossimi giorni dovrebbe riprendere a scrivere, aveva interrotto
per motivi scolastici, ma non solo.
All'epoca decise di
seguirmi in questa “follia”, che ci sta riuscendo piuttosto bene,
senza sapere bene dove l'avrei condotta...solo per questo ha
dimostrato un coraggio e un carattere difficilmente duplicabile.
Lei è di gran lunga
il pezzo più importante di questa avventura, i risultati avuti in
questo anno è innegabile che la maggior parte siano suoi...
Poi il merito più
grande...avere a che fare con me, che deve essere decisamente una
brutta faccenda!!!...
Qualcuno dei nostri
amici, qui in Australia, ha descritto così la nostra storia
....”grandi donne
si accompagnano solo con grandi uomini”.....
gli risposi che se
fosse vero sarebbe bello....ma anche di non dirlo troppo spesso che
magari poi me ne convinco e ci credo.....
prossimo post
“ritorno a OZ” a presto.
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