sabato 18 aprile 2015

...VITA DA FARM...


Ciao a tutti e scusatemi per la lunga inattività, purtroppo sono molte le cose che mi hanno tenuto lontano da questo mio, personale racconto di viaggio.

Bene, questo post è forse il più "drammatico", tra tutti quelli che ho scritto e forse che scriverò, ma siccome nessuno vede nel futuro, questo non posso saperlo.


Nel Queesland e intorno a Cairns sono presenti numerose farm (fattorie) dove è relativamente facile trovare da lavorare, almeno questo è quello che dicono la realtà è piuttosto complessa cercherò di analizzarla.


La ricerca della farm, non è affatto facile, e spesso succede che per trovarla bisogna trovare i contatti che possano "accompagnarti", conosci qualcuno, che conosce altri ecc ecc.

Andare a cercare direttamente a volte paga altre volte no e costa anche un sacco di tempo e km fatti su e giu per le zone agricole.

Una soluzione abbastanza semplice sono i "contractor", che non sono altro che il caporali che in italia abbiamo ormai da decine se non centinaia di anni, con una differenza sostanziale, qui il governo li ha legalizzati, gli fa pagare le tasse.
Questi sono per la maggioranza italiani e cinesi, e che non sembri un caso!!!

Si occupano di mettere in contatto i farmer (proprietari delle fattorie), e i lavoratori, lucrando su questi ultimi.
Per quanto possa non essere troppo idilliaco (non lo è per nulla) la cosa è diventata di uso comune , sopratutto per le piccole realtà agricole che hanno difficoltà a selezionare i braccianti.
Le grosse società e le multinazionali (il queensland è il più grosso produttore di banane del mondo) hanno molti meno problemi e di solito selezionano direttamente i lavoratori.



Esistono i working hostel (ostelli che fanno da intermediari).
Allora.....sia i contractor che i working hostell sono alla stessa stregua sfruttatori del mondo del lavoro. Si sente parlare di gente che ha lavorato per pochi centesimi l'ora e altri che invece guadagnavano oltre 1000 dollari a settimana.
Va da se che un proprietario di un ostello del genere ha l'interesse a tenere dentro più gente possibile con il miraggio di un lavoro
Non ci sono soluzioni reali a queste problematiche, so per certo che la situazione è drammaticamente peggiorata negli ultimi 5 anni. I motivi sono abbastanza semplici da capire, l'Europa è con le “pezze al culo” e l'immigrazione ha avuto un trend di crescita impressionante, italiani e francesi in testa, poi aggiungi i cinesi che stanno pian piano abbandonando l'Europa, che fino a poco tempo fa era la meta preferita, perché i costi di immigrazione sono più bassi e i controlli sono molto più blandi che non qui.
Personalmente credo che l'Australia possa rappresentare ancora un paese appetibile ai fini di opportunità lavorative per altri 15 anni, poi sarà come l'Europa.
Come dite??? Come si fa in questa giungla a non restare fregati??? Buona domanda e non esiste una risposta sensata.
Esiste il buon senso.....se ne avrete eviterete le fregature più grosse o forse non ne prenderete affatto, chi può saperlo....
Sicuramente sapere la lingua aiuta anche molto, conoscere le persone che vi hanno dato i contatti, anche questo aiuta. Aiuta chiedere e cercare di capire nei colloqui preventivi con chi abbiamo a che fare......insomma IL BUON SENSO aiuta.
Con il visto studenti non è affatto facile lavorare in un mondo di lavoro nel quale servono molte ore e tutte insieme (il raccolto dura fino a quando non sono stati colti tutti i frutti).
Le norme sull' immigrazione obbligano i farmer a offrire accomodation (alloggio) solo per il tempo che il lavoratore è li per lavorare, e con i ritmi di una farm le 20 ore finiscono in 2 giorni, quasi mai le farm sono vicino ad un centro abitato nel quale spostarsi quando si sono finite le ore disponibili quasi nessun farmer fa lavoro nero, il lavoro sporco lo fanno fare ai contractor.
Per cui i contractor sono l'unica reale soluzione per trovare un lavoro, semplicemente perchè avendo molti lavoratori tra le mani riescono a far lavorare gli studenti anche per più ore delle 20 previste, anche se lucrano una fetta dello stipendio è l'unico modo reale per guadagnare dei soldi abbastanza facili, ho detto facili non POCO FATICOSI.
Gli alloggi che vengono offerti ai backpackers (backpack è la traduzione di zaino, questo è il nome dei lavoratori avventizi in agricoltura in pratica lavoratori che seguono le stagioni dei raccolti, non ha una traduzione letterale BACK=dietro PACK=pacchetto ERS= viene aggiunto ala fine di un nome che indica una categoria di persone che “fanno” per esempio lavoratori si traduce in WORKERS WORK=lavoro + ERS.... spero di essermi spiegato) sono per lo più fatiscenti, di solito vecchie strutture abitate solo durante i raccolti, ma anche roulotte dismesse dai proprietari e usate solo per l'occasione, le condizioni igieniche sono al limite del vivibile e spesso si convive con insetti e animali, a volte pericolosi.
Il lavoro nero è tollerato, solo perchè l' agricoltura ha estrema necessità di manodopera, e solo fino a quando qualcuno non sporga denuncia......le sanzioni sono di entità pesante 66000 dollari di multa per ogni lavoratore fuori regola che si ha in carico e in caso di recidiva c'è il carcere....ovvio che i farmer fanno fare il lavoro sporco ai contractors....
Anche qualche ristoratore rischia con lavoratori pagati in nero. Ma il lavoro nei ristoranti non serve per il rinnovo del visto. Il secondo working holidays è applicabile solo dopo aver fatto 86 giorni effettivi di lavoro in farm, il risultato è che il 99% dei backpackers ha meno di 30 anni, e per un “vecchietto” come me competere non è proprio semplice.
Adesso un po' di descrizione di quanto succede...
PAPAIE (paw paw)
Sono frutti grandi come meloni, appesi sotto ad una palma, si colgono quando ancora non sono proprio maturi e il colore esterno non è ancora cambiato, serve molto occhio per riconoscere quelle che vanno staccate e quelle devono restare dove sono.
Sveglia ore 5.30 è ancora buio...colazione....alle 6.00 inizia ad albeggiare, si sale sul trail (traino), attaccato al trattore, che è montato su pistoni che ne permettono il sollevamento, 6.30 (i colori dell'alba aiutano molto a ritrovare il buonumore) siamo al bordo della piantagione....si parte.
L'autista del trattore ha un bel daffare a metterci in condizione di staccare i frutti è lui che posiziona il trail sia come altezza che come distanza, non ci si ferma sotto le palme e il distacco deve essere fatto in movimento, non si possono usare gli occhiali da sole perchè con le lenti colorate non sarebbe possibile vedere bene i colori, finito il carico si rientra si cambia la rastrelliera, con una vuota, utilizzando un meccanismo a rotaie, e si riparte, in una giornata di 10 ore si fanno di solito 5 rastrelliere. Lavoro normalmente pagato a 23 dollari l'ora (se lavorerete con un contractor saranno 15 quelli che vi spettano).
Le spiacevoli sorprese possono arrivare dai red back, ragni dalla puntura che può rivelarsi, in qualche caso letale, se il farmer ha dato l'insetticida i rischi di incontro sono abbastanza limitati, se non lo ha fatto......mandateci lui a cogliere le papaie.
Succede raramente (a me non è successo) di trovare pitoni addormentati attorno ai frutti, ma questi non sono pericolosi.
BANANE
Personalmente non sono stato a coglierle, ma ho parlato con diversi giovani che lo hanno fatto.
La sveglia è sempre la stessa....ore 6.00 consegna dei macheti.....qualcuno se lo è sfregato per sbaglio su una gamba e ha avuto 8 punti di sutura.....sono estremamente affilati e adesso vediamo il perchè.....
Per cogliere il casco di banane è necessario abbassarlo.....si perchè normalmente si trova a un paio di metri da terra.
Due colpi di machete uno a destra e l'altro a sinistra della palma, la quale si inclina abbastanza da farvi poggiare il casco su una spalla, a questo punto...machetata all'attaccatura del casco...se siete bravi e non vi staccherete la testa, questo vi cadrà su una spalla e voi lo farete scivolare sul rimorchio.
Finito il filare si inizia con un altro fino a quando il trail non è carico del tutto.....Fare questo lavoro non è proprio da tutti, un casco di banane può arrivare a pesare 100 kg, normalmente si superano i 60, anche qui succede di trovare i pitoni addormentati sulle palme, altra cosa da sapere è le zone di coltivazione delle banane sono tra le più piovose al mondo, molto spesso si lavora mentre piove, tranquilli la temperatura oscilla tutto l'anno tra 25 e 35 gradi con umidità che sfiorano il 100%.
Anche questo è pagato circa 23 dollari l'ora (come sopra se lavorate per un contractor)
MANGO
Ne esistono di molti tipi, quelli piccoli (dimensione di una mela) si staccano dall' albero con bastoni che hanno alla sommità una cesoia che dopo il taglio permette di sorreggere e non far cadere il frutto.
Vengono fatti cadere in una tramoggia che li lava, dopo passano da una vasca piena d'acqua, nella quale viene staccato l'ultimo pezzo di ramo....questo spruzza il latte di mango, del tutto simile al fico, con una differenza sostanziale, se vi prende in faccia oppure addosso, lascia delle ustioni a volte anche pesanti, si attacca alle mani cambiandone il colore (ho tenuto le mani marroni per quasi un mese sembrava una pellicola, colorata ma che con la quale perdevo molto della presa sugli oggetti).
Moltissime persone sono allergiche, ho visto rush allergici anche molto pesanti, sono molti quelli che vanno il ospedale dopo essere diventati gonfi come palloni, oppure riempiti di bolle.
Incontri spiacevoli, qui diventano possibili tutti, dai ragni che scavano la buca per terra, grandi fino a 15 cm, ma anche serpenti molto pericolosi, il taipan (il più velenoso d'australia) il brown snake (il più aggressivo del mondo). Qui si capisce il perchè gli australiani amano i cani da combattimento (dogo argentino, rottwailer, pitbull), sono i primi ad avere a che fare con i serpenti, ho sentito racconti di cani che si sono sacrificati per il loro padrone.
Per i big mango invece vengono potati gli alberi per far si che possano essere staccati da terra senza l'uso dei bastoni, il motivo è semplice....spesso superano il kg per frutto.
Si staccano dalla pianta con le forbici e si mettono nelle ceste (15-20 kg per cesta) un carico per il trasporto circa 70-80 ceste.....che dopo vanno scaricate, poi si riparte....Dopo 6-8 carichi, si va a imballare e a preparare i pancali....
Devo un particolare ringraziamento a Diego che i primi 3 o 4 giorni di lavoro, si è sobbarcato parte dei lavori più pesanti, si è accorto che faticavo e non poco a stare al passo. L'inesperienza, i mesi di inattività, la differenza di età (i compagni di lavoro avevano tutti oltre 20 anni meno di me) e poi la sveglia alle 5.30...mi hanno veramente messo in difficoltà.....e lui con semplicità mi ha tolto da possibili ripercussioni...e lo ha fatto non perchè richiesto, ma per pura amicizia, senso del dovere e cameratismo (qualità ampiamente dimenticate nella nostra patria e che potrebbero fare la differenza tra ripartire e finire di affondare) .....dopo qualche giorno ho ripreso a funzionare a dovere e il suo aiuto non è stato più necessario... in Australia si trovano 2 tipi di persone, quelle che sono qui per caso e che si perdono gli occhiali da vista mentre li hanno sul naso (visto succedere) e i combattenti nati, uomini indomabili, pieni di coraggio e grinta. Persone in cui puoi contare anche in condizioni estreme e decisamente Diego fa parte della seconda categoria.
Altre dolenti note …..i farmer amano portarsi appresso i figli normalmente di 5-6 anni...e ovviamente oltre a lavorare dovrete evitare di “terminare” per errore....il figlio del capo!!!...cosa decisamente non facile, girare attorno a trattori con pesanti ceste e assieme evitare di darle in testa per sbaglio....ma anche no!!! alle “unità urlanti” che avrete continuamente tra i piedi!!!



LITCHI (dattero cinese)
Questi sono poco faticosi da cogliere e semplici, l'unica dolente nota è che vengono coltivati sotto le reti che non vi permetteranno di starci sotto in piedi e che finito il raccolto vanno tolte da sopra gli alberi...e riposte negli appositi contenitori....immaginate una rete picchettata a terra con una maglia di 4 cm lunga 500 metri e larga 6.......pensate a quanta polvere vi mangerete e a quanta fatica farete per toglierla da sopra gli alberi....( mango e litchi fanno 21 dollari l'ora)



UVA.
A Mareeba è finita la stagione dei mango.....quella degli avocado e dei lime stenta a partire per via che il prezzo è troppo basso.
Decidiamo di spostarci dove invece sono in piena attività in Victoria, un amico conosciuto a Cairns ci chiama dicendoci che lui ha già iniziato e che ci stanno aspettando.
Del viaggio, tra canguri e emù ne parlerò più avanti.
Appena arrivati, il nostro amico ci porta nella casa nella quale abiteremo, il livello è decisamente più elevato che a nord...si dorme su materassi poggiati per terra ma l'abitazione è la vecchia casa del farmer in ottime condizioni e la condividiamo in 7 senza problemi di sorta, lo spazio è più che sufficiente.
Doveva raggiungerci anche Diego ma ha preferito fermarsi a Melbourne, dove dopo alcuni giorni di ricerca ha trovato da lavorare, mentre tutti cercano un lavoro....lui lo trova!!!! E la fortuna non c'entra un cavolo, posso garantire.
Sana dormita e la mattina dopo si inizia....legatura delle viti, ad insegnarmi 2 cinesi, che hanno tutta l'aria di essere due avanzi di galera....sembrano proprio due galeotti che sono stati costretti a scappare per non finire morti in una qualche fognatura di Pechino.
Qui il lavoro viene pagato a cottimo, 80 dollari a filare, se ne dovrebbero fare 2 al giorno, ma questo è lo standard orientale....per cui non necessariamente si riesce a finirli.
Il responsabile, Terry, anche lui cinese ci segue per le prime piante.....il caldo e le mosche sono terribili....il giorno dopo ci organizziamo con una rete per le mosche.....si sfiorano i 40 gradi e il vento proveniente dal deserto ci cuoce le orecchie...un cappello a larghe falde è obbligatorio.
I giorni successivi verremo spostati alla potatura e alla raccolta sempre pagati a cottimo, e gli “avanzi di galera” ci insegnano....mah......anche solo per il DNA....credo proprio di non aver nulla da imparare da un “mangia riso”....oltretutto per quello riguarda una vigna...in fondo il vino lo abbiamo inventato noi.....non dei mangia riso....
Il tutto va avanti per un paio di settimane, poi dobbiamo interrompere per un rush allergico, che ci obbliga a lasciar perdere.
I cinesi, per quanto, personaggi non troppo raccomandabili, ci pagano senza problemi, anche se i primi giorni avevamo avuto dei dubbi al punto di interrompere il lavoro, con anche velate minacce.
Poi il tutto si risolve, evidentemente quelle che noi pensavamo fossero fandonie per evitare di pagare erano verità belle e buone (anche loro non erano stati pagati), ma in fondo abituai ai filibustieri italiani.....e la non conoscenza dei metodi cinesi, siamo anche da capire.
Infatti quando viene a pagarci, in piena notte, gli spieghiamo, e lui capisce al volo scusandosi.



Queste brevi righe sono l'antitesi delle valutazioni.
Tutto il sistema di immigrazione australiano ruota attorno alla loro agricoltura e alla necessità di manodopera di cui hanno necessità, al sud più che al nord lo si capisce. Le vigne sono qualcosa che per noi italiani non sono nemmeno immaginabili, tanto sono estese, stessa cosa per il grano, per le coltivazioni di canola e colza (olio). Le macchine per l'agricoltura sono grandi una volta e mezzo quelle che vediamo di solito in italia.
Per cui qualsiasi visto con il quale vi apprestiate a venire qui per provare a naturalizzarvi, passerà, da un periodo di lavoro, più o meno lungo, nell'agricoltura.
Salvo casi particolari, tipo figure professionali di alto livello, dirigenziali oppure ingegneri e medici, solo per fare alcuni esempi, i quali di solito partono dal paese di origine con un percorso stabilito, spesso gestito dalle multinazionali. Per queste persone è richiesta una certificazione dell'inglese almeno pari al 7, con le loro lettere di presentazione, possono applicare il visto di lavoro anche direttamente dal paese di origine ( se il loro paese rientra nelle preferenze australiane, l'italia si).
Anche altre figure professionali hanno la possibilità di un visto di lavoro sempre con una valutazione IELTS pari al 7 o superiore, tra le quali sono presenti saldatori, cheff e cuochi, idraulici e molte altre professioni, tutte scritte nel sito internet dell'immigrazione australiana con le relative specifiche richieste per l'applicazione del visto professionale (skill visa).



L' impressione che si ha a “studiare” i meccanismi immigrativi, che il governo australiano ha costruito fanno anche pensare ad un percorso che possa dare l'opportunità a chi, arriva di avere a che fare con la loro cultura, che si basa quasi esclusivamente su agricoltura e scavi minerari.
In parole povere....prima di restare devi sapere chi siamo noi e assieme dimostrare di meritartelo, portando la tua professionalità e arrivare ad uno stipendio annuo medio per gli standard australiani (58.000 dollari circa 28 dollari l' ora).
Personalmente lo trovo molto intelligente, se non sai da dove vieni, non puoi sapere dove stai andando. Ed è proprio questo che si intravede tra le righe dell'impianto di immigrazione.



Prima di essere benvenuto, capisci chi sono....poi avrai le porte aperte.....e la cosa sembra funzionare, almeno per il momento e per i prossimi anni. Poi vedremo i prossimi governi che si succederanno, come riusciranno a gestire i flussi migratori dei paesi asiatici i più complessi da gestire....
Di certo al momento sappiamo che prossimamente il visto con sponsorship dovrebbe diventare un po' più facile da poter applicare. Al momento gli imprenditori hanno notevoli difficoltà a dimostrare la loro necessità di dover assumere un immigrato, si perchè qui, prima di assumere un immigrato un imprenditore deve dimostrare che non trova un australiano capace o disposto a ricoprire quel ruolo, cosa molto difficile.
Concludo dicendo....se i nostri politici (volutamente minuscolo) venissero qui a imparare come scrivere le leggi per l' immigrazione, forse l' Europa potrebbe ancora essere un paese con un futuro.
Questa volta solo spiegazioni, vissute dall'interno e valutazioni personali, niente foto.
Pensieri di un uomo della strada che sta pian piano costruendo un percorso verso qualcosa di alternativo all' italia.
Mi farebbe piacere che questo blog potesse diventare un luogo di confronto tra opinioni diverse e percorsi diversi.



Prossimo post “herberton un salto in un passato non troppo lontano”



P.S. Spero vivamente di poter riprendere a scrivere come facevo all'inizio, forse ci riuscirò.....le cose si stanno pian piano.....stabilizzando......



A presto

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