mercoledì 21 ottobre 2015

great ocean road...prima parte

Sono gia passati quasi 2 mesi, il mio lavoro da Andrew, procede senza sosta.
La macchina agricola che stò modificando è quasi completata, come previsto il bilanciamento originale è andato a farsi benedire!!!

Probabilmente dovremo spostare il serbatoio dell'olio per bilanciare tutte le modifiche fatte....ma fino a quando la macchina non inizierà a lavorare non avremo una idea chiara di dove posizionarlo, oppure se basterà appesantire da qualche parte....

Angela ha iniziato a lavorare in un caffè, Giovanna, la proprietaria ci ha offerto di vivere in un appartamento sopra il bar...soluzione ottimale, ha tutti i servizi necessari e il prezzo è accessibile.
 L'ennesimo trasloco da quando siamo arrivati qui a Robinvale, ma probabilmente questo è l'ultimo....

Anche perchè in una insersione pubblicitaria, in rete, abbiamo scoperto che un istituto scolastico di Melbourne, offre lo stesso percorso di studi che stiamo seguendo con un prezzo notevolmente inferiore....

Merita valutare seriamente, se è il caso di trasferirsi...presa la decisione, facciamo richiesta alla scuola di poter cambiare.

La vigente normativa relativa all'imigrazione, non permette esplicitamente questo cambiamento, ovviamente la richiesta ci viene rifiutata!!!
E' possibile, tuttavia cercare di aggirare la norma. Le soluzioni (teoriche) sono svariate, cambiare il tipo di corso con un altro che il nostro istituto non offre, ma anche giustificando con motivazioni economiche, oppure la richiesta di un visto diverso da quello studenti. Perchè teoriche? ....  è semplice, è comunque il direttore che deve rilasciare lo studente e di questo se ne assume le responsabilità.

Normalmente, i direttori scrivono la lettera e poi si accertano che sia avvenuta l'iscrizione presso il nuovo istituto, se questo non accade sono tenuti a denunciare lo studente all' ufficio di competenza, il quale può decidere se cancellare il visto e rimpatriare, oppure, come normalmente accade chiamare lo studente a dare spiegazioni di quanto accaduto.

Purtroppo, siamo iscritti ad una scuola statale, e i dipendenti pubblici sono uguali in tutto il mondo. Non vogliono responsabilità senza poter giustificare il loro operato (sono stato uno statale anche io), ci sarebbero molte cose da dire, non lo farò...per una miriade di motivi, tutti giusti, tutti sbagliati...

I vari immigration agent ai quali abbiamo richiesto informazioni, hanno confermato il nostro punto di vista, cioè che il funzionario responsabile, sia affetto da "eccesso di zelo"...Ci siamo anche rivolti a un legale il quale ha tentato inutilmente di mediare in questa difficile situazione.

La situazione di stallo si protrae...per fin troppo tempo...Stefano di "just Australia",

http://www.justaustralia.it/

una organizzazione che si occupa di aiutare con gli studi ed i visti gli italiani che si accingono a voler tentare il salto, cerca in tutti i modi di aiutarci per trovare una soluzione...

Riceviamo una chiamata da Diego, che ci informa che di li a poco, rientrerà in italia e che se vogliamo può lasciarci il suo posto di lavoro!!!

Sarebbe perfetto...appuntamento con il direttore, alla luce di questa novità speriamo che la situazione si sblocchi.

Dopo i consueti preamboli, ci spiega che se il datore di lavoro si impegna, con una lettera ad cambiarci il visto con un 457 (visto sponsorizzato, il datore di lavoro si impegna a naturalizzare l'immigrato), lui non ha nessun problema a scrivere la lettera di rilascio.

Come spesso succede, il tempo non è dalla parte dei giusti....Angela viene messa in turno, nel ristorante, ma purtroppo non può essere presente perchè non ha le carte per uscire dalla scuola. Diego a malincuore è costretto da inserire un altra sua amica che non è legata al visto studenti.

Il proprietario del ristorante, per quanta collaborazione fosse disposto a darci, ha necessità del personale e non può aspettare che la nostra situazione si sblocchi...così, a malincuore siamo restati a guardare il "treno", che partiva senza che noi fossimo a bordo. E' la prima vera sconfitta!...

Che dire....ci sarebbe molto da dire....oppure nulla...resta solo l'amaro in bocca per l'occasione sprecata...perdere una battaglia non significa aver perso la guerra...ce ne saranno altre, faremo tesoro di questa prima sconfitta e faremo in modo di usarla per ottenere una vittoria finale.

Abbiamo alcuni giorni liberi, percui decidiamo di andare a Melbourne, prima di tutto per salutare Diego, per poi andare a vedere la Great Ocean Road.

La strada costiera probabilmente più fotografata al mondo. Costruita dai reduci della prima guerra mondiale. Che tornati a casa, per la maggior parte si erano trovati senza una occupazione. Il governo decise così di costruire una strada solo a fini turistici e paesaggistici (mai decisione è stata più saggia).
Partiamo alle 18.00, abbiamo in preventivo di fermarsi per strada a dormire.
E' buio e solo qualche truck convide la strada con noi, animali se ne vedeno ben pochi, è ancora inverno e per fortuna se ne stanno rintanati...la strada per cui è molto scorrevole, decidiamo di fare la sosta a Bendigo, è una grande città, di sicuro troveremo un albergo per la notte. Bendigo è una delle città più ricche dell'Australia, nasce dallo sfruttamento minerario, dal suo sotto suolo vengono estratte grosse quantià di oro, storicamente sono state aperte e chiuse circa 160 miniere. E scavati tunnel in tutte le direzioni, in pratica non c'è un posto dove non si stia camminando su una galleria. Al momento è in uso solo una miniera gestita a livello industriale e questa è il volano economico di tutta la città.

Arriviamo e Bendigo, dopo una veloce cena, ci mettimo in cerca di un motel che abbia una camera libera, ci accorgiamo, nostro malgrado che non ce ne è uno aperto!!! Dopo circa due ore di ricerca infruttuosa, decisamente contrariati, dobbiamo prendere atto che in inverno i motel a basso costo sono chiusi....andare all'albergo centrale equivale a spendere 300 dollari per una notte, quasi l'intero budget, che abbiamo deciso di dedicare per la gita....Non è nemmeno pensabile arrivare a Melbourne e dormire li, arriveremo troppo tardi, per sperare di trovare un ostello aperto...Ancora una volta tocca trovare un luogo dove dormire....dentro la macchina!!!...Questa in inverno...se d'estate qualche lato positivo si può anche trovare....in inverno...nemmeno quello!!!

Nonostante tutto, la stanchezza ha preso presto il sopravvento...poco dopo (in realta svariate ore), vengo svegliato dalla luce del sole ormai, l'alba è passata da un pezzo, sono pieno di dolori e di freddo...annoto mentalmente che non dormirò mai più in macchina (speriamo)...

Colazione ad un McDonald lungo la strada, cappuccino e pancake...come nella migliore tradizione del McDonald PESSIMI!!!...ma ormai all'orizzonte vediamo lo skyline di Melbourne e l'incazzatura di ieri sera è soltanto un ricordo.
Puntiamo il navigatore satellitare all'indirizzo dell'ostello dove Diego ha vissuto negli ultimi mesi e dove ci aspetta.
I saluti, due chiacchiere, qualche battuta....è molto preoccupato per il suo ritorno, già pensa ad una nuova partenza in direzione Londra oppure Sud America...in mezzo però c'è solo il volo che lo riporterà in Sardegna dai suoi cari e da un lavoro presso il ristorante di un amico. Ma anche un grosso punto interrogativo per il suo futuro...lo conosco abbastanza bene da sapere che sarà capace di costruire la propria fortuna, a prescindere da dove deciderà di costruirla...

Poche ore...al gate dell'aeroporto, i saluti finali sono abbastanza difficili, il tempo passato assieme ha cementato la nostra amicizia e quasi la certezza che i saluti non sarebbero arrivati....ma invece...quel numero sul tabellone sta a indicare che il check-in è iniziato...restano i saluti...semplici, pochi fronzoli, una stretta di mano e la promessa che ci rivedremo...dove, nessuno lo sa...ma sappiamo per certo che prima o poi arriverà anche quel momento...in fondo mi basta sapere che a prescindere da dove siamo, saremo sempre legati da una bellissima esperienza vissuta assieme e che ovunque sia...potremo sempre contare su di lui...e lui su di noi....A presto Diego.

Con un pò di nostalgia, puntiamo il GPS su Geloong, tappa che ci porterà all'inizio della Great Ocean Road....arriviamo e stà già facendo buio...sono piuttosto preoccupato per il motel Bendigo è ancora un brutto pensiero...mi sbaglio, al primo tentativo, troviamo da dormire, in una camera pulita, con  internet, riscaldamento e bagno...la ragazza alla reception, ci da una cartina del paese e ci segna i ristoranti e i bar dove cenare e fare colazione domattina....facciamo in tempo a fare i due passi che ci separano da una pizzeria...la doccia bollente che segue è l'ultimo appuntamento della giornata...
 DRINN.....DRINN...il suono del telefono accanto al letto è peggiore di un elettroshock!!!...ci chiamano per informarci che abbiamo fatto tardi e che se non ci muoviamo, saranno costretti a farci pagare due notti di soggiorno!!!....perfetto ci hanno già riconosciuti...

Il giro del paese ci fa scoprire che bisognerà dedicare un fine settimana anche a questo... oggi però abbiamo un altra destinazione.

Lasciatoci Geloong alle spalle, troviamo i primi cartelli di indicazione turistica, oltre a quelli che informano che qui si guida dalla parte opposta!!!..

E' la prima volta che ne vedo uno, non vorrei che la presenza sia dettata dal fatto che questa strada è presente in tutte le guide turistiche e molto vicina a Melbourne (circa 100km), e probabilmente è la prima meta per turisti appena scesi da un aereo....


Un ponte ci informa che siamo arrivati all'inizio, del percorso, ci aspettano 243 km di emozioni!!!

I primi chilometri la strada, è abbastanza chiusa, tra una collina e la vegetazione. Sulle pareti della collina, gli architetti si sono sbizzarriti nella costruzione di abitazioni, la maggior parte particolarmente moderne, qualcuna con sentiero di accesso sopraelevato alla terrazza che è separata dall'abitazione vera e propria...

Finita la kermesse delle ville, che per come la vedo io, dura anche un pò troppo...si inizia con quello che gli ideatori di questo "monumento alla natura", la vegetazione finisce e si comincia a costeggiare l'oceano, panorami di rara bellezza, spiagge bianche incontaminate, sulle quali si vanno a frangere i flutti di un oceano quasi mai calmo....i venti provenienti da sud, non trovando nessun ostacolo, sono pressochè ogni giorno presenti...come del resto i surfisti, che fanno parte del panorama praticamente in tutte le insenature raggiungibili...
Diventa difficile guidare, senza distrarsi, avvolti da una natura quasi incontaminata, di una bellezza alla quale pochi fortunati sono abituati.

Piano piano la costa si innalza, e iniziamo a viaggiare, sempre più in alto rispetto ala battigia, e le spiagge si trasformano in scogliere.

Poi, in lontananza fa il suo ingresso, un faro da navigazione (split point lighthouse), costruito in cima ad una scogliera più alta del panorama circostante...è quasi una presenza inattesa...ma messa proprio nel punto giusto!!


Ci fermiamo per vederlo meglio, ovviamente non siamo i soli a decidere di approfondire, i parcheggi, dedicati alla fermata non sono sufficienti, la conformazione del luogo non è molto adatta per crearne, se non si vuole sbancare la collina!!!
Come altri, ci inventiamo il parcheggio e scendiamo...il vento è freddo e impetuoso...si insinua dentro i vestiti, come raramente mi è successo di sentire...ma il resto lascia a bocca aperta, questo "fiammifero" alto 30 metri in mezzo ad una piccola radura che compare quasi all'improvviso, arrivando in fondo ad un sentiero, costruito sotto la rigogliosa vegetazione...

Il frastuono del dei marosi sottostanti, è forte e costante, schizzi d'acqua arrivano a lambire il bordo che si affaccia sull' oceano...
Dedichiamo giusto il tempo di un pò di fotografie, poi il freddo e la lunga strada che ci aspetta ci fa ripartire...

A questo punto il percorso, ritorna a fiancheggiare la spiaggia, a volte interrotta da basse scogliere, ogni tanto veniamo "inondati" dalla nebbia creata dai marosi e trasportata da vento verso la strada.

A Lorne, il primo centro abitato, vengo attratto da un cartello turistico "Erskine Falls"...seguo la via da questo tracciata...
Questa s'infila dentro una fitta vegetazione, le due corsie diventano presto uno stretto e scosceso sentiero, fino ad arrivare ad un parcheggio, in mezzo, il tronco di un albero di dimensioni ciclopiche.

Poco lontano, una ripida scalinata scende verso, il torrente che genera la cascata...nulla di particolarmente spettacolare...impressiona però il luogo dove questa è incantonata...

Una vegetazione rigogliosa evita di vedere la cascata fino a quando non ci sei nelle immediate vicinanze, cartelli avvertono della presenza di animali pericolosi, serpenti e ragni, che per fortuna in inverno sono poco attivi, in compenso le pietre che fanno parte del percorso sono estremamente scivolose.

Riprendiamo la via maestra, poco più avanti un ponte di legno sospeso scavalca la foce del fiume che pochi chilometri prima produce la cascata, aldilà, un caffè...cogliamo l'occasione per una sosta, il luogo è incantevole, organizzato per la sosta e popolato da uccelli, gabbiani, qualche pellicano, aironi e numerosi cormorani, alcuni dei quali con le ali aperte al vento, per asciugarle...

Come tutti i ponti sospesi questo è estremamente instabile e il vento aiuta non poco a farci "gustare" tutta la sua instabilità...

Il cappuccino, è uno dei pochi che possa competere con quelli che si possono bere in italia, purtroppo, come a più volte ho scritto, il livello qualitativo delle pietanze, qui in Australia, è molto basso ma ogni tanto si trovano delle chicche!!

Prossima fermata, prevista...Apollo Bay, la cittadina costruita per i lavoratori che hanno costruito la Great Ocean Road e che da allora è rimasta popolata, in parte dagli eredi dei lavoratori stessi e in parte da turisti che hanno deciso di restarvi...come dargli torto, il luogo è favoloso, un campo da golf ricavato tra la striscia d'asfalto, le abitazioni e l'oceano. Negozi che vendono per la maggioranza attrezzatura da surf e gadget per turisti...ristori per tutti i gusti... oltre alla tranquillità di un luogo lontano dalle problematiche cittadine....mangiamo un boccone.

L'itinerario a questo punto cambia totalmente panorama, lascia la costa per incunearsi in una foresta di eucalipto, densamente popolata da Koala, in estate è facile trovarne anche vicino al terreno, cartelli ammoniscono di non disturbarli, pare che siano piuttosto aggressivi!...a noi, in inverno, non ci è toccata questa fortuna...

Decidiamo di fare una deviazione per visitare Cape Otway, anche qui un imponente faro scruta l'oceano...ma al contrario degli altri visti fino ad adesso è possibile visitarne l'interno.

La deviazione necessaria è una stradina nella quale si fa fatica a scambiarsi, i cartelli consigliano di non superare i 40 kmh, l'asfalto è umido, in alcuni punti ricoperto di muschio, ed estremamente scivoloso...un gruppo di mucche banchetta lungo le banchine, per niente infastidite dal traffico che la meta turistica genera...

Il faro è solo la principale attrazione di un complesso, fatto da un ristorante con disponibilità di camere, un museo ricavato nella casa di quello che in tempi remoti era l'alloggio del guardiano, con annessa la sala radio, questa è restata come lo era al momento dell' abbandono della struttura...

Un lungo viale arriva alla punta dove la torre è stata costruita, seguendolo, si percepisce pian piano la maestosità della costruzione.

All'interno una scalinata a chiocciola sale fino alla terrazza che circonda la costruzione, l'ultimo guardiano del faro, che arrivato alla pensione ha deciso di restare qui a spiegare ai turisti la sua vita da the lighthouse keeper (guardiano del faro)....un simpatico signore che sembra uscito da un romanzo di Hemingway....cappello di lana, barba grigia molto lunga,  sguardo profondo e penetrante, contornato da un reticolato di profonde rughe e sorriso caloroso....l'uomo che tutti immaginano possa abitare un faro per la navigazione navale..ci spiega il funzionamento delle lenti  e di come queste girano attorno ad una serie di grosse lampade....mi affaccio alla terrazza, il vento è sibila colpendo il basso corrimano, il panorama è stupefacente.....

Salutiamo il simpatico signore, stringedogli la mano...forse sarebbe meglio dire farsi stritolare la mano, tanto la sua stretta risulta forte.

Prima di ritornare sui nostri passi, faccio una deviazione per visitare quella che durante la seconda guerra mondiale è stata una postazione radar alleata, ormai non restano che la struttura di cemento armato, che in tutta la bellezza da cui è contornata, ci sta bene come un cazzotto in un occhio, proprio non c'è verso, appena indossata la divisa, i militari perdono ogni senso di buon gusto!!!... è però un bel punto per avere una visione d'insieme di tutta la zona....veramente stupenda...

Riprendiamo "la tosca" che oggi ha festeggiato i 200.000 chilometri percorsi, e continuiamo il nostro percorso....dopo non pochi chilometri la foresta lascia il posto ai pascoli per il bestiame lasciando intravedere scorci panoramici indimenticabili.

Ancora pochi chilometri e arriviamo a quella che forse è l'attrazione principale dei tutto il percorso turistico...la scogliera dei 12 apostoli....un dei luoghi più fotografati al mondo, non a caso aggiungerei...ci arriviamo al calare del sole, gli elicotteri sciamano continuamente , da un piccolo eliporto...e visto che è più vicino della scogliera...chiediamo quanto costa fare un volo....non troppo...lo facciamo...

Saliamo su un rosso fiammante Robinson R44, ci mettiamo le cuffie, rapido breafing con il pilota, controllo delle telecamere, all'interno e all'esterno dell'abitacolo....manetta, i giri del rotore salgono, ben persto gli indicatori segnalano che abbiamo abbastanza energia da poter decollare, con la mano sinistra il pilota tira il comando collettivo, situato in mezzo ai due sedili anteriori, ci stacchiamo...e subito inizia a contrastare la coppia generata dal rotore principale, con i pedali che aumentano la spinta del rotore secondario, presa poca quota, inizia a spindere avanti il comando ciclico, situato in mezzo alle gambe del pilota, la macchina inizia a scivolare in avanti prendendo sempre più quota, 100, nodi segnalati, il volo non è dei più stabili, con tutto il vento che c'è pensavo sarebbe andata molto peggio...fatto stà...davanti a noi, la costa più bella del mondo, il sole in faccia, non ci permette per ora di appressarne i colori
, la nebbia prodotta dai marosi, smorza i contorni e si colora dei colori dell'iride...scatto foto in continuazione, passano rapidamente i picchi, il london Bridge, e l'arco....abbastanza grande da poterci passare in mezzo con l'elicottero, il pilota ci chiede scherzosamente se vogliamo volarci in mezzo!!!...il ponte sulla zona paludosa di Port Campbell, a circa 40 km dalla nostra partenza "ci informa", che è già giunta l'ora di invertire la rotta, a questo punto cambia tutto, con il sole alle spalle, lo spettacolo è fuori dal comune, il contrasto tra in verde della vegetazione e il marrone-rossiccio della scogliera colpisce gli occhi, i raggi solari fortemente inclinati del tramonto fanno il resto...un atmosfera incredibile...le emozioni si rincorrono, cineprese e macchine forografiche non bastano per fermare le emozioni...e nemmeno il tempo...
 Putroppo...mai come in questo caso è appropiato...si intravede la piazzola di atterraggio...io come immagino tutti gli altri che hanno volato sopra questo angolo di paradiso, avrei voluto fermare il tempo per poter allungare almeno di un pò le forti emozioni vissute....ma è destino dei sogni, il risveglio mi riporta all'ampia virata a sinistra ci porta in zona di atterraggio, il pilota riprendendo in mano il comando

collettivo,ci avverte che potremmo ballare e lo abbassa leggermente, abbassa il ciclico, facendo iniziare la discesa, non brusca, ma comunque decisa, siamo in hovering, fermi a pochi metri dall' hangar, tutti le altre macchine sono già a terra, manovriamo li in mezzo, il pedale destro, azionato dal pilota fa muovere la coda, fino ad allinearla alla piazzola a noi destinata....tocchiamo terra...manetta al minimo e rotori in "bandiera" (che non danno spinte)...aspettiamo che tutto sia fermo....salutiamo il pilota e scendiamo....il sogno è finito....me lo ricorderò per lungo tempo...


La giornata volge al termine e dobbiamo anche trovare un posto dove dormire, all'esplorazione da terra ci dedicheremo domani...troviamo un motel poco lontano, molto carino con veranda che si affaccia sul giardino, la ciliegina sulla torta di una giornata stupefacente...

Prossimo post...Great Ocean Road seconda parte

a presto

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